Roma, Vigne Nuove: viaggio nella periferia dimenticata

Uno spazio urbano abbandonato, quello del quartiere Vigne Nuove, periferia nord della Capitale. Qui, da diversi anni, comitati e associazioni si battono per una profonda riqualificazione sociale e culturale della zona, senza tuttavia trovare l’appoggio delle istituzioni. “Le strade cadono a pezzi, gli alloggi popolari sono privi di manutenzione, i collegamenti con il centro della città sono pochi, spesso ci sentiamo tagliati fuori dalla realtà cittadina – afferma Cinzia, attivista del Comitato di quartiere Vigne Nuove – per oltre un mese un intero quadrante è rimasto privo di illuminazione stradale, avevamo paura persino di rientrare a casa la sera, poi sono arrivate le prime piogge autunnali e il sistema fognario è immediatamente collassato, con allagamenti all'interno di garage, cantine ed edifici popolari; ci chiediamo come sia possibile che, in una città come Roma, una cospicua fetta della popolazione debba vivere in queste condizioni”.

Una serie di problematiche e di disagi che, purtroppo, non sono nuovi in questa zona periferica della Capitale, in cui gravano anche le nuove misure anti-Covid emanate dal Governo, che hanno finito, inevitabilmente, per penalizzare il già martoriato settore del commercio locale. “Ci hanno messi in ginocchio, già anni fa, con l’apertura della galleria commerciale Porta di Roma, ci siamo ritrovati con i negozi vuoti e le saracinesche abbassate, ripartire è stato molto difficile, ed oggi ci sembra di rivivere quei giorni – dichiarano alcuni esponenti dell’associazione commercianti locale – nel nostro quartiere non ci sono molti luoghi di aggregazione, a regnare sovrani sono il degrado e il senso di abbandono, i ragazzi spesso smettono di frequentare le scuole per abbracciare attività illecite. Se fosse stato redatto e attuato un serio piano di riqualificazione urbana del quartiere, con l’inserimento di centri culturali sul territorio e la promozione di attività ricreative atte a coinvolgere e rilanciare il commercio di zona – continuano gli esponenti dell’associazione – forse le cose sarebbero andate diversamente, anche se in questo momento, a causa della pandemia, probabilmente neanche queste iniziative potrebbero fare la differenza”.

Parole sconsolate, prive di speranza, come lo stesso quartiere Vigne Nuove, che ad oggi ha visto finire nel dimenticatoio numerosi progetti atti a ripristinarne il decoro e la dignità sociale, primo fra tutti il prolungamento della linea metropolitana B1 sino a Porta di Roma, ma anche la nuova apertura di un ufficio postale (spostato anni fa da piazzale Ennio Flaiano alla galleria commerciale di via Alberto Lionello). Senza dimenticare la questione legata al trasporto pubblico: attualmente, a fungere da collegamento con il centro della città di Roma, vi è la sola linea 38 (Atac), dopo che, nell’ultimo decennio, numerose linee e corse sono finite con l’essere cancellate, isolando sempre di più l'intero quartiere.

Preoccupa anche la dispersione scolastica, con un incremento dei casi di abbandono degli istituti romani da parte degli studenti più giovani pari al 20 per cento circa negli ultimi cinque anni (dati Caritas). E mentre aumentano gli atti vandalici e le occupazioni abusive, talvolta perpetrate all’interno di scantinati e magazzini abbandonati, la popolazione si prepara ad affrontare il semi-lockdown imposto dal Governo per contrastare la diffusione del virus Covid-19.

“Confidiamo negli aiuti promessi dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, molti di noi hanno già perso il lavoro in primavera e molti altri lo perderanno ora, bisogna agire in fretta, evitare che le tensioni sociali e la disperazione sfocino in atti di violenza”: queste le parole di un residente di via Gino Cervi, una delle piazze di spaccio maggiormente note alle forze dell’ordine della zona. Ma c’è anche chi non si arrende, chi da anni lavora instancabilmente per il bene comune del quartiere Vigne Nuove e non solo, come i ragazzi del “Casaletto” di largo Fratelli Lumiere, struttura gestita dalla Asl Roma 1, che ospita al suo interno un centro diurno per disabili adulti e una casa famiglia, cui hanno fatto visita, appena pochi giorni fa, la senatrice Anna Maria Parente, presidente della commissione Sanità del Senato, Francesca Leoncini, assessore al Personale e alla Sicurezza del Municipio Roma III Montesacro e Mario Novelli, capogruppo di Italia Viva nello stesso Consiglio municipale.

 “Durante la visita, avvenuta anche alla presenza di Anna Punzo, coordinatrice municipale di Italia Viva, dell’assessore al Sociale, Anna Maria Romano e della consigliera Sara Alonzi, abbiamo potuto constatare il valore di un’esperienza d’eccellenza nel campo dell’integrazione socio-sanitaria e sosterremo ogni tipo di azione dei nostri rappresentanti istituzionali a tutti i livelli per preservare questo progetto prezioso per il territorio, facendo in modo che Roma Capitale revochi l’avviso pubblico di assegnazione della struttura” è stato dichiarato in una nota congiunta.

Aggiornato il 27 ottobre 2020 alle ore 09:36