Arezzo: con il braccialetto anti Covid a casa, tutti sotto controllo

Si tratta di un braccialetto elettronico molto importante che tiene sotto controllo parametri vitali di un paziente che vengono trasmessi ad una centrale di controllo Asl e se c’è un problema parte l’ambulanza. Il soggetto contagiato è monitorato 24 ore su 24 e i dati arrivano ogni cinque minuti agli operatori sanitari. Parametri essenziali quali ossigenazione, frequenza cardiaca, indice di qualità del segnale della saturimetria e temperatura corporea vengono costantemente ricevuti dal 118 e dall’Usca (Unità speciale di continuazione assistenziale) di riferimento. Non appena questi valori hanno qualcosa di anomalo, partono le telefonate al 118 e alla centrale operativa. Poi valutano il da farsi, prendendo i giusti rimedi.

Il braccialetto è molto semplice da mettere. C’è un trasduttore da montare e poi il saturimetro che va su un dito. Una patch sul torace per rilevare la temperatura, il transporter che trasmette al telefono del paziente dove va scaricata una app che comunicherà con quella della centrale, per trasmettere i dati dei parametri vitali del paziente. I dati sono tutti allarmati, cioè ci sono degli allarmi, tra l’altro si può dialogare con l’app e fare delle domande prestabilite come quella se il soggetto ha preso farmaci, se ha nuovi sintomi e nel caso di risposta affermativa i medici lo chiamano. Inoltre, viene somministrato al paziente un questionario preimpostato, consentendo di rilevare situazioni di allarme (incapacità di alzarsi, malessere particolare, mancata assunzione di terapia). Tutte queste informazioni sul paziente vengono osservate anche dalle Usca, cioè quei medici ed infermieri che vanno a domicilio dal paziente, insieme agli operatori del 118. Questi dati li può anche osservare il medico di famiglia. Per cui vi sono più persone a monitorare lo stato del soggetto posto sotto osservazione.

Tutto questo nasce per un semplice motivo. Chi è possibile trattare a domicilio si cerca di trattarlo a domicilio, per allentare la pressione sugli ospedali, venendo così a configurarsi un ospedale diffuso. Questa malattia portata dal Covid è una malattia della solitudine, la gente è sola e prima o poi, cominciando ad arrivare cattivi pensieri, si preoccupa ed ha paura. Tra l’altro collaborano a questo clima di terrore tutte le notizie che vengono diffuse ogni giorno a tamburo battente dai media, a tutte le ore. Notizie preoccupanti, che riguardano il numero dei decessi e dei contagiati, che non possono far altro che aggravare il senso di angoscia. Poche sono le notizie positive. Ci sono stati dei pazienti che non stavano per niente bene e col braccialetto sono migliorati, perché c’è un effetto psicologico di tranquillità da considerare, che fa la sua parte nel portare miglioramento al soggetto.

Il fatto di sapere che qualcuno da remoto guarda la tua salute, rende le persone più tranquille. E questo è importantissimo, perché il braccialetto è molto meglio di uno psicologo. Sapere di qualcuno che a un certo momento ti telefona per dirti che problemi hai, è molto. È quindi un semplice braccialetto ma che ha una funzione importantissima, tenendo collegata la persona contagiata isolata a casa con il medico, che rimane costantemente informato del suo stato di salute.

La Asl Toscana Sud Est e il 118 di Arezzo, primi in Italia, e tra i primi in Europa, stanno sperimentando questo nuovo sistema di monitoraggio dei pazienti affetti da Covid. Il soggetto così può evitare il ricovero in ospedale, salvo solo i casi estremi in cui si dimostra inevitabile, venendo costantemente monitorato e curato da casa. Il progetto presto verrà diffuso anche alle altre aree, ovvero le province di Siena e Grosseto. Il braccialetto è monouso, funziona per dieci giorni e, nello specifico, è destinato a pazienti positivi a domicilio che siano a rischio di aggravamento delle loro condizioni, ma che ancora possono stare a casa sotto completa osservazione sanitaria. È ovvio che questo nuovo sistema consentirà di alleggerire la pressione sul pronto soccorso e di curare tutti meglio, sia i pazienti in ospedale che quelli nel proprio domicilio. Pertanto ci si chiede, accertato il suo buon funzionamento, perché mai non venga usato in tutto il Paese.

Aggiornato il 24 novembre 2020 alle ore 11:40