Roma città a misura di bambino: invertire la rotta, subito

martedì 15 dicembre 2020


In una ricerca del 2020 si sono analizzati alcuni parametri (come la densità di asili nido, parchi divertimento, zoo) e sono state individuate le dieci città a misura di bambino in Italia. La medaglia d’oro spetta a Venezia, con un punteggio totale di 6.7 su 10 ed a motivo dei suoi 47 asili, i tanti parchi divertimenti e le numerose attrazioni a misura di bimbo. Roma si posiziona solo all’ottavo posto con un punteggio di 4,9. Se analizziamo la realtà romana, uno dei primi problemi è la mancanza di offerta adeguata di asili nido. Gli asili a gestione indiretta ospitano circa un terzo dei bambini tra 0 e tre anni del totale dei nidi presenti in città. Nonostante ciò, queste strutture stentano ad ottenere dal Campidoglio i pagamenti delle fatture a copertura dei costi del servizio e la situazione si è aggravata durante l’emergenza Covid-19. “Nessuna prospettiva di incasso in tempi brevi rende insostenibile la gestione dei servizi educativi in convenzione con Roma Capitale, che ancora aspettano le liquidazioni dello scorso anno educativospiegano dall’associazione Onda Gialla, la più rappresentativa per numero di iscritti tra i titolari dei nidi – “i gestori stanno raschiando il fondo di un barile ormai vuoto. Non incassando nulla da mesi e sostenendo spese che la crisi Covid-19 ha aumentato considerevolmente, sono costretti a ridurre il servizio per tentare di non fallire”.

Le condizioni di sporcizia e di abbandono delle strade romane evidenziano, inoltre, la quasi totale impossibilità per i bambini anche solo di passeggiare in sicurezza. Piste ciclabili che si interrompono all’improvviso, per riversarsi su grandi arterie, rendono difficile anche semplicemente andare in bici. Inoltre, dall’Indagine conoscitiva condotta dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza nel 2019 emerge nella Capitale un aumento sensibile dei reati contro i bambini ed i minorenni in generale, la maggior parte dei quali sono di natura sessuale. Un altro dato inquietante è quello relativo alle vittime di prostituzione minorile, sempre relativamente a Roma “abbiamo aperto 31 nuovi procedimenti penali”. Quello della prostituzione minorile è un reato che negli anni passati aveva già alimentato scandali nella Capitale, quando era stato scoperto il giro delle “baby squillo”. Il ricorso alle case-famiglia protette potrebbe assolvere pienamente alle esigenze dei minorenni coinvolti, ma è tuttavia limitato in quanto a Roma esiste una sola casa-famiglia protetta. A conferma della mancanza di un coordinamento e di un serio programma politico a tutela dei bambini e delle loro famiglie, si evidenzia che soltanto il 17 novembre 2020 l’Assemblea capitolina ha approvato il Piano sociale cittadino che ridefinisce contenuti e qualità dei servizi sociali per i cittadini, ma in base alle analisi e dati del 2017! Resta quindi il dubbio che l’approvazione sia stata effettuata in vista della campagna elettorale e senza una reale copertura in Bilancio. Ci rifiutiamo di accettare che la città più verde d’Europa, che potrebbe essere un vero paradiso per i più piccoli (e quindi, per le loro famiglie nella gestione dei figli) possa essere giunta ad un tale degrado.

Cosa potrebbe mettere in campo la futura giunta di Roma Capitale per porvi rimedio? Un ampio riconoscimento del ruolo del privato sociale, degli asili nido convenzionati ed un costante aggiornamento dei dati e delle proposte, da mettere in cantiere attraverso l’esercizio del diritto di partecipazione da parte dei cittadini romani; l’istituzione di una figura che vigili sulla compatibilità delle ordinanze comunali con i diritti del cittadino in generale e dei minori in particolare; l’attuazione di una politica di finanziamenti agevolati e di defiscalizzazione per incentivare l’avvio di piccole imprese che offrano servizi per l’infanzia e per i minori; la ridefinizione della mappatura dei parchi e dei giardini di Roma oltre che delle piste ciclabili, da valorizzare e rendere fruibili ai bambini ed alle loro famiglie in piena sicurezza; l’abbandono degli affidamenti della manutenzione del verde a cooperative di non meglio precisata provenienza a mezzo di un forte impegno nella ricostituzione e rafforzamento del Servizio Giardini comunale, una volta “fiore all’occhiello” dell’Amministrazione, tanto da far arrivare anche dall’estero giardinieri a prendere lezioni e spunti da quelli del Comune. Roma deve tornare ad essere una grande Capitale europea. Anche nelle attenzioni rivolte ai più piccoli.


di Maria Capozza