In difesa della Scuola e della verità dei fatti, la lettera aperta

I docenti del “Movimento docenti licei e Istituti superiori romani” (MDLISR) intendono protestare con forza contro quanto accaduto negli ultimi giorni, con riferimento al racconto giornalistico delle manifestazioni studentesche e alle disposizioni del governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sulla ripresa della didattica in presenza lunedì 18 gennaio. Tale decisione, sorda alle richieste da tante parti avanzate, non tiene affatto conto del parere espresso a gran voce dai docenti di buona parte dei licei e degli Istituti superiori romani, oltre che di quanti qui scrivono.

Siamo rimasti esterrefatti nell’osservare come molti organi di comunicazione abbiano semplificato le istanze delle proteste e taluni le abbiano addirittura cavalcate in modo strumentale. Giornali e telegiornali hanno raccontato di studenti in sciopero per un rientro in presenza a scuola, orientando così l’opinione pubblica verso il pensiero facile che tutti gli studenti sarebbero in modo compatto contrari alla Didattica a Distanza (DaD) e favorevoli ad un immediato ritorno tra i banchi, mentre i docenti sosterrebbero una DaD prorogata sine die perché sarebbe molto più comodo fare lezione da casa. Non è così, non è questa la verità!

Gli studenti di numerosi Istituti, scrivendo e manifestando in forme diverse, non si sono espressi tanto contro la DaD quanto contro il ritorno a scuola così come prefigurato dalla ministra Lucia Azzolina e dai prefetti.

La Scuola, in quanto luogo dell’apprendimento, è vicinanza e contiguità, fisica e intellettuale. È scambio e dialogo, dibattito corpo a corpo. Ma sappiamo che in questo momento tale scuola, che è stata sempre la nostra, non è possibile, perché la pandemia è ancora in corso.

Noi docenti, come gli studenti, chiediamo non che si rimanga in DaD fino alla fine dell’anno scolastico, ma che vi si rimanga finché non sarà possibile tornare in presenza in piena sicurezza, senza sottostare ai continui ed estemporanei stravolgimenti proposti da chi governa.

La Scuola, infatti, è regolamentazione del tempo, è ritmo, è la sicurezza che deriva agli studenti dalla continuità del processo di insegnamento-apprendimento e a noi docenti dalla lucidità di programmare il nostro lavoro con professionalità. Noi pretendiamo queste condizioni come lavoratori e come persone. La Scuola non è singhiozzo, divisione del gruppo, disordine, incertezza, improvvisazione, cambiamento continuo, un giorno dentro e uno fuori, metà classe dentro metà classe fuori. Allora meglio la continuità della DaD che un sistema come quello disarticolato, destabilizzante e pericoloso che oggi ci viene presentato.

Solo in questo modo si restituisce ai ragazzi l’esperienza della scuola seppur con ritmi diversi, senza stravolgere le loro giornate con orari impraticabili; solo così noi insegnanti possiamo programmare il nostro lavoro senza essere costretti a lavorare alla giornata, come fossimo improvvisatori e intrattenitori.

(*) L’elenco dei firmatari

 

Aggiornato il 19 gennaio 2021 alle ore 09:37