Covid, solo Covid: e le altre patologie?

Da quando, nel febbraio 2020, è arrivato il “ciclone” Covid-19 con le ripercussioni purtroppo a noi note, tutte le altre patologie hanno iniziato ad essere poste in secondo ordine. Anzi, molte sono state addirittura dimenticate come se non esistessero più. Le maggiori conseguenze a riguardo sono state la diminuzione – fino alla quasi scomparsa di prevenzione soprattutto oncologica – e l’assenza di controlli clinici per quel che riguarda le “cosiddette” patologie croniche, nelle quali vanno annoverate sicuramente anche quelle della sfera urinaria e sessuale. Forse, però, proprio in questo periodo molto particolare, caratterizzato dalla quasi impossibilità di avere contatti sociali e di adottare corretti stili di vita, quali controllo del proprio peso forma, monitoraggio della pressione arteriosa e dei livelli del colesterolo, pratica di regolare attività fisica aerobica, controllo dello stress, diventa ancora più importante sottoporsi a visite mediche in ottica sia curativa che di prevenzione.

In qualità di urologo-andrologo voglio ricordare che patologie come l’ipertrofia prostatica benigna e la disfunzione erettile su tutte possono avere un significativo impatto sulla qualità di vita di pazienti, di età più o meno avanzata. In particolare, la disfunzione erettile, patologia decisamente sottostimata, può causare problemi che hanno ripercussioni non solo sulla sfera sessuale, ma anche relazionale e di coppia. Può interessare quasi tutte le fasce di età, anche se ovviamente è molto più frequente in pazienti con età maggiore ai 60-70 anni e con comorbidità soprattutto vascolari e metaboliche, in tal senso spesso può celare o anticipare patologie più gravi. Nei pazienti più giovani, invece, oltre ad essere causata da abitudini voluttuarie (tabagismo, uso di droghe) può riconoscere cause di carattere psico-emozionale. La disfunzione erettile, quindi, può essere considerata una malattia multifattoriale a cui, appunto, possono concorrere fattori organici, relazionali e psichici.

Fra i fattori organici possiamo annoverare patologie cardiovascolari quali ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia ed obesità, cause neurologiche quali lesioni cerebrali e/o del midollo spinale e/o dei nervi periferici, cause ormonali come deficit androgenici, aumento della prolattina e disfunzioni tiroidee. Non dobbiamo poi dimenticare l’uso di alcuni farmaci come antipertensivi, antidepressivi e sedativi e come, già fatto cenno, di alcune droghe e dell’alcool con conseguenti danni neuro-vascolari. Altre cause di natura organica sono rappresentate da traumi della regione lombosacrale e/o pelvica, interventi chirurgici a livello di colon, prostata e/o vescica oltre ad un’insufficienza venosa dei vasi penieni. È solo rivolgendosi allo specialista urologo-andrologo, e sottoponendosi ad un’attenta valutazione clinica ed un accurato esame obiettivo, che possono essere indagati ed evidenziati fattori di rischio ed eventuali concomitanti patologie cardiovascolari, ormonali e/o neurologiche. Lo specialista stesso, poi, sulla base di quanto emerso dalla visita, può impostare una terapia mirata in grado di restituire alla vita quotidiana uno dei piaceri che possono aiutarci a superare con maggiore serenità questo particolare periodo storico della nostra esistenza. L’urologo-andrologo, infatti, anche nel pieno della pandemia, non ha mai cessato di visitare e di curare patologie sia di carattere oncologico (carcinoma prostatico, renale, vescicale) che benigne (ipertrofia prostatica, calcolosi reno-ureterale, disfunzione erettile, infertilità) con impatto sulla qualità di vita quotidiana a maggior ragione in un momento storico così difficile.

(*) Urologo-Andrologo

Aggiornato il 20 gennaio 2021 alle ore 11:35