“L’Italia non era pronta” alla pandemia: il report choc

Pier Paolo Lunelli, ex generale dell’Esercito, afferma che l’Italia “ha trascurato o peggio ignorato sino a quando era troppo tardi” di dare avvio alle “otto capacità fondamentali per fronteggiare una pandemia”. Cosa che, invece, sarebbe obbligata a fare, come previsto dal Regolamento sanitario internazionale (Rsi) dell’Oms. Questo è un passaggio del report che finirà agli atti della causa civile dei familiari delle vittime contro Governo e la Regione Lombardia e nell’indagine della Procura di Bergamo. Entrando nel dettaglio, nell’articolo 13 del documento, in vigore il 17 giugno 2007, è segnalato che “ogni Stato è obbligato a sviluppare, rafforzare e mantenere il prima possibile, ma non più tardi di 5 anni dall’entrata in vigore del presente Regolamento, la capacità di rispondere prontamente ed efficacemente ai rischi per sanità pubblica e alle emergenze sanitarie di interesse sopranazionale”. Per Lunelli ci sarebbero “numerosi indizi” sull’inerzia italiana. Come questo, come esempio: “Il primo documento ufficiale che tratta il tema della core capacity è stato pubblicato nell’autunno 2020 dal ministero della Sanità e dall’Istituto superiore della sanità e il primo corso di contact tracing è partito a ottobre 2020, e i relativi protocolli erano stati diramati soltanto qualche mese prima”.

Lunelli ha continuato: “A partire dal 2007 si sarebbe dovuto investire sull’efficienza della sanità, sul suo dispositivo di sorveglianza e individuazione precoce delle malattie infettive, sulle strutture ospedaliere per gestire le epidemie (posti letto, terapie intensive) e sul personale necessario per la gestione di emergenze, compresa la sua formazione. Tutte attività che negli anni sono state “razionalizzate” basandosi su dati statistici delle esigenze standard di routine degli anni precedenti”. E poi – negli anni 2012, 2013, 2014, 2015 e 2017 – l’Italia non avrebbe risposto “al dettagliato questionario di autovalutazione proposto dall’Oms” in merito alle proprie capacità sulla gestione di una possibile pandemia. Ancora Lunelli: “Prove logiche dimostrano che il nostro Paese, quando ha risposto all’Oms, ha sovrastimato talvolta in maniera esagerata le proprie capacità”.

In più: “Nella finestra 2012-14 si doveva procedere senza indugio non soltanto all’elaborazione ex novo del piano pandemico nazionale, come chiedevano le linee guida dell’Oms nel 2013, il Parlamento europeo e la Commissione europea ma anche al completamento delle otto capacità previste dal Rsi senza le quali i piani sono soltanto libri dei sogni”. C’è dell’altro: “Riguardo la capacità di sviluppare scenari e condurre la valutazione del rischio, come richiesto dall’Oms, il primo documento ufficiale che delinea scenari e rischi, è stato pubblicato post prima ondata, nell’autunno del 2020”. Lunelli, in finale, ha notato: “L’Italia non era pronta”.

 

Aggiornato il 22 gennaio 2021 alle ore 17:52