Ue, passaporti sanitari e stretta sui viaggi

venerdì 22 gennaio 2021


Per mantenere “le nostre frontiere interne e esterne aperte, servono misure mirate che ci mantengano in sicurezza. Dobbiamo ridefinire la nostra mappatura per individuare le aree ad alto rischio, introducendo una categoria rosso scura. Alle persone che partono da zone rosse scure possono essere chiesti test prima di partire e la quarantena dopo l’arrivo. Tutti i viaggi non essenziali devono essere altamente scoraggiati”. È di questo avviso Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Unione Europea. Nel suo intervento durante la videoconferenza dei leader Ue ha rimarcato come l’Unione europea sia una zona “epidemiologica unica” e che quindi sarà possibile far fronte al virus e alle varianti “se ci sono misure mirate e non chiusure delle frontiere a tappeto”.

Ma c’è dell’altro. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha evidenziato che – in relazione alle varianti del Covid – “possono essere previste restrizioni per viaggi non essenziali”. Allo stesso tempo, però, ha sottolineato che è fondamentale “lasciare aperte le frontiere interne dell’Ue a beneficio del mercato interno”. Poi lo sguardo è passato sul nodo dei passaporti sanitari per viaggiare. A tal proposito Ursula von der Leyen ha precisato che “vanno distinte alcune cose”. Ovvero: “La prima è una semplice documentazione che è di tipo medico e la seconda ha invece dei risvolti che devono essere tenuti in considerazione” con “risvolti anche politici” oltre a tutta una serie di varianti quali “il rispetto dei diritti e dei dati personali delle persone”. Per Michel “solo in una fase successiva potremo vedere se e in quali circostanze i certificati dei vaccini potranno essere utilizzati. Siamo estremamente prudenti sulla questione”.

La delegazione greca, in una nota, ha commentato: “Il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, assieme al cancelliere austriaco Sebastian Kurz, e alla primo ministro danese, Mette Frederiksen, ha sollevato il tema della necessità di accelerare con le licenze dei vaccini candidati che si trovano nella fase finale di valutazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), come quella dell’università di Oxford e AstraZeneca”. E ancora: “Mitsotakis ha chiarito che l’iniziativa non punta ad esercitare pressione politica sull’Ema, ma a superare procedure burocratiche, che ritardano decisioni basate su dati scientifici tangibili”. Inoltre “il premier greco ha sottolineato anche la necessità di rispettare in pieno le consegne previste e concordate con le case farmaceutiche per il primo trimestre di quest’anno, sottolineando che nella lotta al Covid non c’è tempo da perdere”. A chiudere, il tweet di Sebastian Kurz: “Mi aspetto l’approvazione del vaccino di AstraZeneca al più tardi la prossima settimana. Tutti hanno convenuto che i vaccini devono essere somministrati il prima possibile”.

Tra le altre cose, è stato approvato all’unanimità – dagli Stati membri Ue – la raccomandazione del Consiglio, dove si rimarca un quadro comune sull’utilizzo dei test rapidi antigenici e il riconoscimento, reciproco, dei test Covid-19 in tutta l’Unione europea. Uno strumento, questo, necessario per affievolire la diffusione del virus e per dare una mano al funzionamento del mercato interno.


di Redazione