Ep su diritto alla disconnessione

venerdì 5 febbraio 2021


Un recente voto del Parlamento europeo impegna la Commissione a una legislazione specifica per il diritto dei lavoratori alla disconnessione, che non è esplicitamente regolamentato nel diritto dell’Unione europea. La proposta di risoluzione, approvata nell’ultima plenaria con 472 voti favorevoli, nasce da quanto accaduto in questi mesi di emergenza sanitaria, e con la conseguente esplosione del telelavoro. Secondo un’indagine di Eurofound, quasi il 30 per cento di chi lavora da casa dichiara di lavorare, tutti i giorni o più volte alla settimana, anche nel tempo libero, per soddisfare le esigenze professionali. Il Parlamento europeo ha fatto sue le conclusioni dell’indagine, secondo cui le persone che lavorano abitualmente da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre le 48 ore settimanali massime previste e di riposare meno delle 11 ore previste fra un giorno lavorativo e l’altro, come sancito dal diritto dell’Unione, rispetto alle persone che lavorano in ufficio.

Secondo l’Eurocamera, l’estensione dell’orario di lavoro può aumentare il rischio di straordinari non retribuiti, stanchezza sul lavoro, problemi psicosociali, mentali e fisici, come ansia, depressione, burnout e lo stress da tecnologia, e può avere un impatto negativo sulla loro salute e sicurezza sul lavoro, sull’equilibrio tra attività professionale e vita privata e sui loro periodi di riposo. Tra gli effetti sulla salute dei telelavoratori e dei lavoratori ad elevata mobilità vengono citate emicranie, affaticamento degli occhi, stanchezza e disturbi muscolo-scheletrici. La risoluzione chiede una direttiva sul diritto alla disconnessione che stabilisca i requisiti minimi sul lavoro a distanza, garantendo che il telelavoro non pregiudichi le condizioni di impiego dei telelavoratori.

Il Parlamento Ue sottolinea che il provvedimento della Commissione dovrebbe chiarire le condizioni di lavoro, tra cui la fornitura, l’utilizzo e la responsabilità delle attrezzature, come gli strumenti digitali esistenti e nuovi, garantire che il lavoro sia effettuato su base volontaria, e che i diritti, il carico di lavoro e le norme sulla prestazione dei telelavoratori siano equivalenti a quelli dei lavoratori in situazioni comparabili. L’Ue, sostiene l’Europarlamento, deve inoltre includere il diritto alla disconnessione nella sua nuova strategia in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Poter esercitare il diritto alla disconnessione significa, dunque, potersi astenere da attività, telefonate ed e-mail al di fuori del loro orario di lavoro, compresi i periodi di riposo, i giorni festivi ufficiali e annuali, i congedi di maternità, paternità e parentali, “senza conseguenze negative”. L’obiettivo è garantire una certa autonomia, flessibilità e il rispetto della sovranità sul tempo, “secondo il quale ai lavoratori deve essere consentito di organizzare il loro orario di lavoro in base alle responsabilità personali, in particolare l’assistenza ai figli o ai familiari malati”.


di Pierpaolo Arzilla