I dubbi di Luc Montagnier sulla campagna di vaccinazione

mercoledì 26 maggio 2021


In una recente intervista ad un canale televisivo francese il virologo novantenne Premio Nobel, Luc Montagnier, ex presidente della Fondazione mondiale contro l’Aids, ha duramente criticato la campagna di vaccinazione anti-Covid parlando di un prodotto non sicuro somministrato ai cittadini alla stregua di “cavie umane”, in quanto sono ancora del tutto sconosciuti i suoi possibili effetti negativi sulla salute delle persone. Montagnier ha sottolineato che, solitamente, un vaccino può considerarsi sicuro solo dopo un tempo di sperimentazione molto più lungo. E ha aggiunto che la campagna vaccinale è stata effettuata con errori di carattere scientifico e medico che hanno aggravato la situazione, in quanto, secondo lui, “anche le varianti sono il frutto di questa campagna di vaccinazione, la quale, nel tempo, potrebbe anche agevolare l’insorgenza di forme tumorali”.

La sua recente intervista “no vax” è stata accolta con notevole scetticismo sia dalla Comunità scientifica che dalla grande stampa mondiale, anche perché sono ampiamente note le sue posizioni, almeno decennali, di totale pregiudizio proprio nei confronti di ogni forma di vaccino. Tuttavia, bisogna dare atto del fatto che Montagnier, lo scorso anno, è stato il primo scienziato a dirsi certo che il Covid-19 avesse un’origine non naturale, ma di laboratorio ed anche in quel caso la comunità scientifica lo criticò pesantemente, parlando di una vera e propria fake news.

Infatti, in un articolo del 5 maggio 2020, avevamo segnalato su questo giornale che Montagnier, in un’intervista del 16 aprile 2020, era stato tra i primissimi ad avallare la tesi di una possibile origine in laboratorio del Coronavirus, anche perché, secondo Montagnier: “Il laboratorio di Wuhan era stato allestito grazie al contributo del Governo francese per ricerche scientifiche riguardanti la scoperta di un vaccino contro l’Aids in collaborazione con il governo cinese”. In risposta a Montagnier, il 21 aprile 2020, la Comunità scientifica, con un documento firmato da migliaia di esperti, ha preso le distanze dalla posizione del virologo francese, bollandola come un’esternazione più simile ad una fake news a cui, secondo loro, Montagnier non sarebbe neanche nuovo perché ne avrebbe già sparate altre. Ma, almeno in questo caso, non ci sono fake news perché, come scritto in due articoli pubblicati su questo giornale il 7 e 14 aprile 2021, sembra ormai quasi certo che l’origine del Covid-19 sia riconducibile ad un incidente di laboratorio, poiché a Wuhan non esistono pipistrelli in grado di contagiare direttamente l’uomo mentre esiste il più importante laboratorio al mondo che si occupa proprio di effettuare manipolazioni sui Coronavirus.

Quindi, Montagnier ha visto giusto almeno su questo punto e lo ha affermato in tempi non sospetti, mentre la tesi del possibile “incidente” ha trovato il favore anche dei virologi nostrani – inizialmente molto scettici – soltanto dopo la pubblicazione dell’importante inchiesta giornalistica della trasmissione RaiPresa Diretta”, svolta in collaborazione con un pool di giornalisti internazionali. Infatti, con un anno di ritardo rispetto a Luc Montagnier, in alcune recenti interviste anche i virologi Ilaria Capua e Massimo Galli hanno parlato di una possibile origine in laboratorio del Covid-19.

Quindi, Montagnier, ad aprile del 2020, ha raccontato, per primo, fatti che la Comunità scientifica ha inizialmente sconfessato e deriso. Cioè, che il Covid-19 avesse un’origine non naturale, ma non c’era nulla di cui essere derisi perché, nonostante la mancata collaborazione del Governo cinese sulla delicata questione, gli approfondimenti giornalistici stanno permettendo a molti di cambiare idea e di avvicinarsi alla posizione di Montagnier, anche se la virologa Antonella Viola, intervistata lo scorso 24 maggio a “Otto e Mezzo” in onda su “La7”, si è detta ancora convinta che il Covid-19 abbia avuto origine nel mercato ittico di Wuhan. Comunque, è sconcertante che proprio gli scienziati, cioè, i soggetti più esperti in materia, stiano impiegando un tempo biblico per accertare l’origine del virus ed è curioso che abbiano assunto una posizione di iniziale chiusura rispetto alla tesi del possibile incidente, una sorta di difesa d’ufficio per la Cina. Ma l’inchiesta dell’Organizzazione mondiale della sanità sul laboratorio di Wuhan doveva servire proprio a far luce su questo punto, decisivo anche per impostare correttamente la risposta sanitaria mondiale, ma non ha ottenuto i risultati sperati anche perché è stata affidata ad un soggetto privo di poteri investigativi, in stretti rapporti con la Cina che non ha fornito elementi utili alle indagini. Questo non è “complottismo”, ma è solo quanto realmente accaduto.

Con un certo ritardo, a chiedere ulteriori indagini perché non convinto dell’origine naturale del virus, si è aggiunto adesso niente meno che Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive e consigliere della Casa Bianca sul Covid, inizialmente molto scettico e che si era spesso scontrato con l’ex presidente Donald Trump proprio sull’origine del virus. Parlando con Fox, in base a quanto riporta il quotidiano La Repubblica”, gli è stato chiesto se il virus fosse stato originato naturalmente, Fauci ha risposto: “Non ne sono convinto, penso che dovremmo indagare su ciò che è successo in Cina”.

“Certamente – ha aggiunto – le persone che stanno indagando sostengono che l’emergenza nasca da un animale che ha contagiato gli individui, ma potrebbe essere stato anche altro e noi abbiamo bisogno di scoprirlo. Quindi, sono favorevole ad un’indagine”. Tuttavia, il suo parere era molto diverso un anno fa, secondo “La Stampa” del 5 maggio 2020: “Si apre un nuovo terreno di scontro fra Anthony Fauci, il capo della task force della Casa Bianca e massimo esperto di malattie infettive, e il presidente Trump. Dopo aver duellato su quarantena, isolamento e le misure di contenimento del contagio, ora Fauci, veterano delle Amministrazioni Usa e già in carica ai tempi di Reagan, contesta l’ipotesi che il virus sia fuoriuscito dal laboratorio cinese di Wuhan smentendo la narrazione che negli ultimi giorni sia Trump sia il segretario di Stato, Mike Pompeo, stanno portando avanti per attaccare la Cina. Il capo della diplomazia Usa aveva citato prove importanti sul fatto che il virus provenga da un laboratorio. Pechino ha sempre negato con forza, anche se diverse cancellerie hanno mostrato dubbi sulla trasparenza delle autorità cinesi nella gestione di questa crisi”. Quindi, un bel dietrofront, ma solo gli stupidi non cambiano mai idea.

In ogni caso, una nuova indagine affidata ancora una volta all’Oms si tradurrebbe nella ennesima manifestazione di una farsa senza fine, mentre la spinosa questione andrebbe trattata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dotato di poteri investigativi e di cui fa parte anche la Cina in qualità di membro permanente. Montagnier è stato tra i primi scienziati a contestare la versione di comodo del Governo cinese sull’origine del Covid nel mercato ittico di Wuhan ed è arrivato con un anno di anticipo alle stesse conclusioni di un altro luminare come il virologo italo americano Anthony Fauci, per cui le opinioni di Montagnier meritano il massimo rispetto e vanno analizzate attentamente anche con riguardo ai forti dubbi manifestati sulla campagna di vaccinazione attualmente in corso nel mondo con un’informazione che è concettualmente supina all’idea che il vaccino stia sconfiggendo il Covid-19, anche se da più parti vengono sollevate perplessità.

Il dubbio è l’inizio della conoscenza”, questo l’insegnamento dell’immenso filosofo francese Cartesio, uno dei più grandi pensatori di tutti tempi, nella sua celeberrima opera “Discorso sul Metodo” scritta nel 1637.


di Ferdinando Esposito