No vax e No Green Pass, perquisizioni in varie città nei confronti degli attivisti

Sono stati eseguiti dalla Polizia di Stato di Torino 17 decreti di perquisizione, in diverse città d’Italia, nei confronti degli attivisti No vax e No Green pass. Si tratta dei più radicali affiliati al noto canale Telegram “Basta Dittatura”. L’operazione è il frutto di indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione, con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Al momento, l’ipotesi accusatoria è quella di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi. Sono sedici le città coinvolte nell’operazione: Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. Gli indagati istigavano sistematicamente all’utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Il canale “Basta Dittatura” era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. Tra gli obiettivi della chat di riferimento della galassia dei negazionisti del Covid-19, c’erano anche le forze dell’ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura”. Frequenti erano i riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”. Nei messaggi si alludeva anche a una nuova “marcia su Roma”. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato. Tra gli indagati ci sono persone già note alle forze dell’ordine; alcune hanno precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione e in materia di stupefacenti. Non mancano però anche gli incensurati, che online si sono avvicinati alle posizione No vax. Tra gli identificati anche persone che in passato avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari e partecipato a disordini di piazza.

“Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”. È uno dei commenti apparsi su alcune chat Telegram No vax e No Green pass dopo la notizia delle perquisizioni a carico degli attivisti della chat “Basta dittatura”. C’è anche chi propone nuove proteste. “Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone – si legge – ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie”. Intanto, si registrano minacce ai magistrati della Procura di Torino e alla polizia che indagano a carico degli attivisti della chat “Basta dittatura”. “Sapete cosa fare”, si legge sui canali Telegram No vax e No Green pass che hanno diffuso la notizia delle perquisizioni di questa mattina. “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino.

Aggiornato il 15 novembre 2021 alle ore 13:23