Rigopiano, la tragedia e l’attesa di giustizia

“In attesa della verità giudiziaria si deve necessariamente prendere atto che una diversa e più grave verità si è già delineata. Quella destinata a portare alla sbarra un sistema istituzionale e burocratico che, a causa della sua forma dilata, contraddittoria e totalmente inefficiente, ha generato le cause da cui sono dipese la distruzione dell’albergo abruzzese e la morte dei suoi ospiti e che potrebbe, proprio per le sue dimensioni e caratteristiche negative e nefaste, generare le cause di nuove e addirittura più dolorose tragedie”.

Così il nostro compianto direttore, Arturo Diaconale, scriveva sulle colonne de L’Opinione in merito alla tragedia di Rigopiano, nel Comune di Farindola, in provincia di Pescara: sono trascorsi cinque anni da quel 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse un albergo e uccise 29 dei 40 ospiti presenti nella struttura. E ora, in una nota, i promotori del Comitato vittime hanno urlato il proprio dolore: “Noi lottiamo da cinque anni per dare giustizia ai nostri angeli e per far sì che mai più si ripeta quello che è successo a Rigopiano. Non si spengano i riflettori su questa tragedia”. Oggi, sul luogo della disgrazia, verranno ricordate le 29 persone che non ci sono più.

I soccorsi

Tra i presenti pure i volontari del Soccorso alpino e speleologico dell’Abruzzo: “Un’esperienza terribile che ha segnato tutti noi soccorritori – ha commentato il presidente, Daniele Perilli – ritrovare però alcuni ospiti dell’hotel ancora vivi è stato emozionante per chi come noi ha partecipato alle ricerche fin dalle prime ore, anche se siamo e saremo sempre vicini alle famiglie delle 29 persone rimaste uccise dalla valanga. A questi 29 angeli se ne aggiungono altri 4, vittime della furia del Velino, di cui il 25 gennaio ricorre il primo triste anniversario”.

I tempi della giustizia

Quest’anno, peraltro, potrebbe arrivare la sentenza nel processo per gli imputati (trenta complessivi, in 29 hanno chiesto il rito abbreviato) che sono accusati, a vario titolo, di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi, falso ideologico. In Aula si tornerà il 28 gennaio, nel tribunale di Pescara. L’avvocato Camillo Graziano, legale di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime, ha detto (secondo quanto riportato dall’Ansa): “È un processo mastodontico, con trenta imputati che hanno diritto a verificare la produzione documentale e ben 120 parti civili. Ci sono stati rinvii fisiologici dal punto di vista procedurale e la pandemia, nel 2020, non ha certo aiutato. Non sono stupito del fatto che si sia perso tutto questo tempo”. E poi: “Qualcosa di meglio si poteva fare, ci sono state udienze che non sono servite a nulla. Ora il 28 gennaio il giudice, depositata la perizia e verificato l’esito, dovrebbe darci un calendario”. Da una parte, insomma, i tempi della giustizia che vanno a rilento, dall’altra il ricordo del nostro direttore Arturo Diaconale, che terminava così quel suo articolo: “Rigopiano, allora, non è più una tragedia locale ma la cartina di tornasole di una sconfitta nazionale. Quella di un’ossatura dello Stato che o viene rigenerata al più presto o porterà inevitabilmente a nuovi disastri”.

Aggiornato il 18 gennaio 2022 alle ore 12:57