Variante Omicron e fine pandemia: cosa dicono gli esperti

La variante Omicron indicherà la fine della pandemia Covid? Gli esperti stanno cercando di dare una risposta al quesito. Secondo il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, “imparare a convivere con il Covid-19 non può significare che diamo a questo virus la libertà di circolare. Non può significare che accettiamo quasi 50mila morti a settimana. Non può significare che accettiamo un onere inaccettabile per i nostri sistemi sanitari”. Inoltre, esistono “diversi scenari su come potrebbe andare la pandemia e su come potrebbe finire la fase acuta, ma è pericoloso presumere che Omicron sarà l’ultima variante o che siamo alla fine dei giochi – ha specificato Ghebreyesus nel suo discorso alla 150esima sessione dell’Executive Board dell’Oms – al contrario, a livello globale, le condizioni sono ideali per l'emergere di più varianti”.

Cambiare il corso della pandemia

“Per cambiare il corso della pandemia, dobbiamo cambiare le condizioni che la stanno guidando. Riconosciamo che tutti sono stanchi di questa pandemia – ha proseguito Ghebreyesus – che le persone sono stanche delle restrizioni ai movimenti, ai viaggi e alle altre libertà; che le economie e le imprese stanno soffrendo; che molti governi stanno camminando su un filo, cercando di bilanciare ciò che è efficace” contro il virus.

I vaccini

“I vaccini da soli non sono il biglietto d’oro per uscire dalla pandemia – ha sentenziato il direttore generale dell’Oms – ma non c’è via d’uscita se non raggiungiamo il nostro obiettivo condiviso di vaccinare il 70 per cento della popolazione di ogni Paese entro la metà di quest’anno. Abbiamo una lunga strada da percorrere. Allo stato attuale, 86 Stati membri in tutte le regioni Oms non sono stati in grado di raggiungere l’obiettivo dello scorso anno di vaccinare il 40 per cento delle loro popolazioni e 34 Stati membri, la maggior parte dei quali in Africa e nella regione del Mediterraneo orientale, non sono stati in grado di vaccinare nemmeno 10 per cento della loro popolazione. L’85 per cento della popolazione africana deve ancora ricevere una singola dose di vaccino. Semplicemente non possiamo porre fine alla fase di emergenza della pandemia a meno che non colmiamo questo divario”.

Non abbassare la guardia

Hans Henri Kluge, direttore dell’Oms Europa, da par sua ha ricordato che la pandemia di Covid-19 non è finita e che “due anni dopo potremmo entrare in una nuova fase con una plausibile speranza di stabilizzazione, ma è troppo presto per abbassare la guardia”. Aggiungendo: “Spero possiamo porre fine alla fase di emergenza nel 2022 e affrontare altre minacce per la salute che richiedono urgentemente la nostra attenzione. Gli arretrati e le liste di attesa sono aumentati, i servizi sanitari essenziali sono stati interrotti e i piani e i preparativi per gli stress e gli shock sanitari legati al clima sono stati sospesi in tutta la Regione. Questa pandemia come tutte le altre finirà, ma è troppo presto per rilassarsi”.

Il commento

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, all’AdnKronos Salute ha riferito: “L’Oms parla con troppe voci e discordanti. La settimana scorsa annunciava l’arrivo di varianti letali e oggi invece parla di fine della pandemia con Omicron. Credo che abbia perso un po’ di credibilità e fiducia agli occhi dei cittadini. Questa pandemia gli ha fatto molto male. Comunque quello detto dall’Oms Europa lo dicono un po’tutti i ricercatori”. E ha specificato: “Siamo in una fase in cui non c’è stato un incremento degli accessi in rianimazione e questo oggi deve essere, insieme al dato delle aree mediche, l’indicatore più importante. Siamo arrivati al picco e questa settimana speriamo di scendere anche con i ricoveri, ma ci vuole un po’ di tempo per dimettere una persona come ci vorrà tempo per vedere un calo dei decessi”.

 

Aggiornato il 25 gennaio 2022 alle ore 16:06