Diritto d’autore e 140 anni della Siae

martedì 26 aprile 2022


Non è un buon momento per i diritti degli autori e dei creativi a causa dell’esplosione delle riproduzioni illegali e delle cosiddette “fake news”, che travolgono testi e produzioni artistiche. Alla propagazione di comunicazioni non veritiere sta contribuendo, in maniera massiccia in queste settimane, la potente centrale di mistificazione della realtà della guerra in Ucraina messa in atto dagli apparati di Mosca nel tentativo di ammantare le responsabilità di migliaia e migliaia di morti civili e degli ingenti danni alle città e alle strutture economiche di una nazione sovrana. L’invasione dell’Ucraina con carri armati e missili è un crimine intollerabile per il diritto internazionale. Nella società moderna e globalizzata i rischi per la libertà di pensiero e di comunicazione aumentano in continuazione.

Prodotti contraffatti, frasi volgari e improntate dall’odio via Internet tramite i social network, messaggi pubblicitari ingannevoli riempiono telefonini e computer. Dopo tante discussioni a Bruxelles è stato approvato dal Parlamento e dalla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen un accordo politico chiamato “Digital Services Act (Dsa)”. Si tratta di un nuovo regolamento per mettere fine al Far west sul web. Stop cioè ai contenuti illegali e stretta ai comportamenti dei colossi come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, TikTok, Booking, Zalando. Il regolamento aggiorna la direttiva Ue sull’e-commerce, vecchia ormai di oltre 20 anni. I social network e i motori di ricerca avranno 15 mesi per uniformarsi alle nuove regole. Per le società che non si adeguano sono previste multe fino al 6 per cento del fatturato. Ferme le garanzie per la libertà d’espressione è fatto obbligo di rendere noti i regolamenti di trasparenza sull’uso dell’algoritmo e di tutela dei minori soprattutto per la pubblicità mirata ingannevole.

L’altro pilastro della nuova legislazione Ue in materia è il Digital Markets Act che definisce le regole del gioco per contrastare le pratiche sleali e l’abuso di posizioni dominanti del “Big tech” sui mercati on-line. L’Italia si inserisce nella tutela delle creazioni dell’intelletto e quindi nel diritto d’autore con le celebrazioni dei 140 anni della fondazione della Siae. Una lunga storia di tutela che guarda avanti, guidata oggi dal paroliere Mogol (Giulio Rapetti), autore dei tanti testi del reatino Lucio Battisti che ha fatto sognare ed emozionare tante generazioni. In quel 23 aprile 1882 grandi intellettuali e nomi storici della cultura, dell’arte si riunirono per dare valore alle opere e alla creatività. Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci, Francesco De Sanctis, Edmondo De Amicis dettero origine al percorso della società italiana degli autori e degli editori.

Nel corso degli anni si sono aggiunti altri nomi di artisti della musica, del cinema, del teatro, della danza, delle arti figurative, della letteratura, della radio e della televisione. Nel corso del tempo si sono alternati alla presidenza Arrigo Boito, Mario Vinciguerra, Roman Vlad, Gino Paoli, Filippo Sugar, Gian Luigi Rondi. Le vicende dell’Associazione non sono state sempre lineari nel compito di vigilanza e dell’azione per il rispetto dei diritti d’autore di natura patrimoniale dei suoi associati. Anche la legge base del 1941 è stata cambiata più volte dal governo italiano anche per recepire nel sistema legislativo la normativa prevista dalla Direttiva Ue presentata dal ministro francese Michel Barnier. Dopo 70 anni è caduta l’esclusiva e il cantante Fedez ha approfittato per affidare la gestione dei suoi diritti d’autore alla società Soundreef del fondatore Davide dAtri.


di Sergio Menicucci