Malati “rari” senza diagnosi: oltre 100mila in Italia

giovedì 28 aprile 2022


“La rivoluzione tecnologica degli ultimi anni ci consentirà di ridurre drasticamente i tempi di attesa dei pazienti ancora privi di diagnosi. Sarà possibile puntare sulla medicina di precisione per trovare soluzioni terapeutiche fino a pochi anni fa impensabili”.

Così il direttore scientifico del Bambino Gesù, Bruno Dallapiccola, sul tema dei pazienti senza diagnosi, che sono oltre 100mila nel nostro Paese. A loro, difatti, è dedicata la giornata mondiale del 30 aprile. Per merito di nuovi strumenti di analisi genetica e genomica, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù è riuscito, nel corso di dieci anni, a dare il nome alla malattia di mille bambini, identificando circa 80 nuovi geni-malattia. Di questo e altro si parlerà sabato 29 aprile nel corso di un convegno on-line promosso dall’ospedale insieme all’Osservatorio Malattie Rare e alla Fondazione Hopen.

Malati rari senza diagnosi: la situazione in Italia

“Secondo il National institutes of health (Nih), la percentuale di pazienti senza diagnosi sulla popolazione generale dei malati rari è pari al 6 per cento. In Italia, su circa 2 milioni di persone affette da malattie rare, i pazienti rari senza diagnosi sarebbero dunque oltre 100mila – hanno spiegato dal Bambino Gesù – la percentuale di pazienti “orfani” di diagnosi sale al 40-50 per cento, se si considerano solamente i malati rari pediatrici con disabilità mentale e quadri sindromici. L’odissea diagnostica dei malati rari – hanno continuato – è fatta di ripetuti esami, ricoveri e visite specialistiche in diversi centri, che comportano un ritardo medio nella diagnosi di circa cinque anni e una diagnosi sbagliata in un caso su tre. La difficoltà o l’assenza della diagnosi è dovuta principalmente alla “rarità” della malattia (l’85 per cento delle malattie rare ha una frequenza inferiore a un caso per milione), alla manifestazione clinica aspecifica della patologia o atipica rispetto a patologie già note, all’associazione tra due o più malattie rare, all’occasione di nuove malattie mai finora diagnosticate.

A questo punto “una risposta importante viene dai nuovi strumenti di analisi genetica e genomica (Ngs, Next Generation Sequencing), che grazie alla rivoluzione tecnologica degli ultimi venti anni consentono oggi di ottenere un’enorme quantità di informazioni sul patrimonio genetico individuale e familiare, con tempi e costi estremamente ridotti rispetto al recente passato”. 

Bambino Gesù e malati rari senza diagnosi

Negli ultimi dieci anni l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù “ha attivato diversi percorsi clinici e progetti di ricerca dedicati alle malattie rare senza diagnosi. Si è partiti nel 2013 con le analisi genomiche realizzate in collaborazione con il Beijing Genomics Institute di Shenzhen, in Cina. Nel 2015 è stato lanciato il programma di ricerca “Vite Coraggiose”, finanziato dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus e dal ministero della Salute, destinato ai pazienti affetti da malattie “senza nome”. L’Ospedale si è dotato delle più moderne apparecchiature di sequenziamento genomico. Nel 2016, all’interno dell’Unità operativa di Malattie Rare e Genetica Medica, il Bambino Gesù ha attivato – hanno ricordato – l’Ambulatorio dedicato ai pazienti rari senza diagnosi, primo in Italia nel suo genere. L’ambulatorio opera sia a distanza, attraverso l’esame della documentazione trasmessa da altri centri o dalle famiglie dei pazienti con sospetta malattia rara, che in presenza, attraverso prestazioni cliniche ambulatoriali, day hospital e ricoveri ordinari”.

Nel 2018, “l’Area di ricerca di Genetica e Malattie Rare si è fatta promotrice di una Rete italiana dedicata alla discussione dei casi clinici non risolti che oggi è composta 27 centri. Nello stesso anno l’Ospedale è entrato a far parte delle Reti di Riferimento europee per le malattie rare (Ern), divise per gruppi di patologie, e oggi è il Centro pediatrico europeo più presente (20 Reti su 24). Nel 2020, con il Laboratorio di Genetica Medica il Bambino Gesù è riuscito a potenziare la propria capacità diagnostica trasferendo nella pratica clinica dei pazienti rari il sequenziamento genetico dell’esoma, vale a dire la parte del genoma in cui sono localizzati i geni “difettosi” responsabili delle principali malattie.

Numeri e risultati

L’Ambulatorio dedicato alle malattie rare senza diagnosi – hanno sottolineato – ha preso in carico dalla sua nascita più di 1.600 pazienti, 400 solo nell’ultimo anno, circa il 10 per cento del totale dei casi di pazienti rari senza diagnosi seguiti dall’Ospedale. Nel 2016 raggiungevano una definizione diagnostica solo il 30 per cento di questi pazienti, oggi la percentuale arriva al 70 per cento. L’Area di ricerca di Genetica e Malattie Rare con i suoi progetti e le Reti di collegamento ha trattato circa 900 pazienti pediatrici rari senza diagnosi (877) riuscendo a formulare una risposta diagnostica nel 60 per cento dei casi (514 pazienti). Il Laboratorio di Genetica Medica, dal 2020, ha eseguito il sequenziamento dell’esoma di 700 pazienti, giungendo a una diagnosi nel 65 per cento dei casi (455). Complessivamente, sono quasi mille (970) i bambini con patologie rare senza diagnosi a cui l’Ospedale è riuscito a dare un nome, primo passo fondamentale verso la terapia, arrivando a identificare grazie alle indagini genomiche circa 80 nuovi geni-malattia”.


di Brigida Baracchi