La guerra è sempre necessaria?

venerdì 29 aprile 2022


Il Nulla ci colma, ci attraversa, ci domina, ci ispira, ci appassiona. Il Nulla, la retrospettiva della Morte, il disorientamento del fare, il non saper che fare, la neurosi, l’anomia, la complessità non risolvibile o non affrontata come complessità, e dunque: che tutto salti, viva la distruzione, guerra, sterminio, sterminio, guerra, punto e basta. Facciamola finita, alla prima occasione tanatologica, mortuaria, l’eros sparisce, ossia l’amore per sciogliere la complessità, il labirinto affascinante dell’esistenza, l’erotismo, al dunque, la gioia di vivere nonostante la complessità. La guerra è, invece, il nodo tagliato ma non sciolto.

È, non sempre, l’impazienza degli incapaci prepotenti. E trova sempre ragioni per non ragionare, e motivi di guerra se ne stanano, oltre il motivo reale, presso che decisivo: scatena la guerra, un certo tipo di guerra, chi, non riuscendo a risolvere, fa saltare il banco. Al dunque. Il sistema capitalistico non riesce a forgiare occupazione, l’automazione stronca il lavoro. È un incubo serio, da affrontare con serietà, con necessita di cambiamenti di sistema, non di straccetti copri buchi. Non vi è la minima avvertenza del fenomeno robotico-intelligenza artificiale. Ne dice qualcuno? Mai o minimamente. Eppure sconvolge i sistemi produttivi. Tra le molte preoccupazioni quelle che vengono dal prefigurare che non tardi vi saranno milioni di non lavoratori e non abbiamo progetti riassuntivi.

Diminuire l’orario di lavoro? Diminuire i profitti? Dare anche a chi non lavora? Utilizzare i Robot a vantaggio collettivo? Concepisco da anni il “Robot sociale”, ossia la superproduzione automatizzata con Robot messa a disposizione dell’umanità. Ipotesi, certo, modifica il sistema del profitto. Ma il sistema del profitto che non dà occupazione, anzi: meno occupazione maggior profitto, dissolve già i nostri sistemi sociali, stabilendo una contraddizione vulnerante. Più produzione, più profitto con meno occupazione. Una assurdità catastrofica, ma realizzata, in atto, sconvolgente. La spinta al proprio vantaggio non necessariamente dà vantaggio alla collettività. Quindi occorre cogliere che sorte avrà l’occupazione se non è più derivata e connessa al profitto. Infine, altra ipotesi, l’impresa di lavoratori, il lavoratore imprenditore. Il ruolo dello Stato. Inutile cercare vie di uscita con la guerra. Non sapendo creare occupazione non volendo cambiare il sistema del profitto, che facciamo, decimiamo la popolazione, annientiamo paesi rivali che ci possono sormontare per il minore costo del lavoro, per il possesso di materie prime? E che soluzione avremmo, la cadaverizzazione mondiale? Immaginiamo solo un istante la guerra.

Che vantaggio ne verrebbe, per chi? La “trovata” sarebbe di far sconquassare Russia ed Europa Occidentale? Ardua impresa. Dubitabilissimo che gli europei in massa accoglierebbero di sacrificarsi. Molti già sospettano che la vittima sarebbe l’Europa. Perché? Per evitare ogni ipotesi di intese con la Russia? Non bisogna trascurare che la situazione odierne proviene dall’impedimento che gli Stati Uniti hanno determinato sul gasdotto che univa Russia e Germania, prima dell’intervento russo in Ucraina! Questa la causa esplosiva della guerra, di sicuro rilevante, se tale imposizione si attuava e si attuò come poteva fidarsi la Russia di una Ucraina ostile che le poteva chiudere mare e il gasdotto ucraino con un ordine statunitense!

Il dramma dell’occupazione va affrontato come dramma dell’occupazione non mascherandolo cercando pretesti di guerra, o supponendo una soluzione mediante la guerra! Né la guerra risolverebbe il costo minore dei prodotti cinesi; né sarebbe la guerra a risolvere il dato che la Russia rimbomba di materie prime. Si affidano alla guerra supposizioni risolutive che la guerra non manterrebbe. Qualcuno può indicare i vantaggi di una guerra intraeuropea o mondiale? Vulnereremmo la dominanza russo-cinese? Abbiamo così scarsa fiducia in noi da porre esclusivamente nella guerra la possibilità di vittoria? Diamo per sicura la inferiorità dei nostri sistemi produttivi? Altro tema, i progressi in terreno genetico sono ammirabili; e desolanti. Non dobbiamo per dare sfogo alle nuove tecnologie in tale campo alterare la natura e rendere l’alimentazione un prodotto di laboratorio! Certo, le invenzioni vanno applicate, ma non devono essere impiegate a rovina dell’umanità, pur di fare profitto e dare sfogo ai sistemi produttivi. Lo stesso per le armi.

Se un Paese ha puntato la sua dominazione sulle armi lasciando ad altri il commercio e la produzione ad uso civile non è che “deve” suscitare la guerra perché strangolato da chi produce merci di consumo. Cina, commerciale, Stati Uniti, armi (non è del tutto così ma c’è del vero). Insomma, non dobbiamo rendere la guerra soluzione alla incapacità di tentare soluzioni non distruttive. Difficilissimo. Certo. Ma dobbiamo tentare di risolvere senza guerra estrema. Vi è sfiducia nella capacità occidentale di reggere senza guerra? Siamo certi che saremmo scavalcati dal totalitarismo e dall’autoritarismo se continua la pace? Ma allora abbiamo già perduto. Se crediamo che senza guerra saremmo sconfitti è come supporre che i sistemi democratici per vivere devono ricorrere alla distruzione non sanno competere nella pace. Non crediamo che vinceremo in campo economico, in campo democratico. Stiamo dando l’impressione di costituire i bellicisti guerrafondai, di essere i padrini della guerra mondiale per timore di essere sconfitti nella pace.

Non abbiamo altro modo per difenderci dal totalitarismo cinese e dall’autoritarismo russo? Non dico di non combattere, dico di non limitarsi alla guerra, dimostra che saremmo, altrimenti, perdenti. Ma, ma sì, certo. La Russia ha invaso l’Ucraina! Male. Malissimo. Allora? Si circoscriva l’evento. La Russia ha invaso l’Ucraina. Si risolva “questo” evento: la Russia ha invaso l’Ucraina. Non si risolve? Lo si circoscriva. In nome di che farne motivo di guerra mondiale? Purtroppo in nome del fatto che non sappiamo risolvere le “nostre” crisi interne. Questa la verità. I nostri sistemi sull’occupazione, sul commercio, sulle materie prime, sulla automazione, sulla transgenesi non trovano rimedi ed allora si volgono al ritrovato dei nichilisti, basta, finiamola, mi sono stancato, guerra e la pace eterna, poche storie. No. Affrontiamo i problemi. Abbiamo esaurito tutti i ritrovati per delle dignitose soluzioni o “vogliamo” la guerra perché non siamo capaci di risolvere?

Il deserto umanistico dovuto al dominio tecnologico assoluto fa apparire l’aggressività mediante i mezzi tecnici idonea a darci il senso della potenza nella mancanza di senso umanistico. Gli uomini afferrano la potenza tecnologica quindi immaginano di avere potenza. Per qualche anno lo scopo delle masse in taluni paesi è stato combattere, vincere, umiliare il non vaccinato, la volontà di (im)potenza che si incarna nel più umile insetto sociale umano trovò soddisfazione nel perseguitare il non vaccinato, c’era qualcuno da rovinare, affliggere, affamare. Il soggetto nullo si sentì qualcuno pestando il prossimo, la società gli permise questo godimento.

Oggi, i maghi che annebbiano le menti, al cittadino europeo e statunitense offrono o credono di offrire una diversa soddisfazione che lo risarcisca dall’impoverimento ed anche dalla pandemia: la vittoria armata, il dominio mondiale, il disprezzo per la Russia, il rigetto del gas (da ridere) e di ciò l’europeo e lo statunitense dovrebbero gorgogliare e ingoiare disoccupazione, inflazione, quarta dose. La guerra esalta la volontà di potenza degli impotenti. Ma certo che talvolta è necessarissima, non si discute di quando è necessarissima, si discute se è sempre necessarissima. Non lo è sempre. Allora, prima di passare ai fatti: questa eventuale guerra su vastità planetaria è necessaria?


di Antonio Saccà