Guerra o pace

Vi è qualcosa di nuovo sul cielo della terra: la guerra atomica è possibile! Per decenni sembrò certo che la vicendevole distruzione ostacolava la distruzione, nessuno dovrebbe uccidere sapendo che morirà. Questa convinzione è tramontata, anzi, pare che moltissimi non vedono l’ora che giunga l’ora, di che? Della guerra nucleare. Cerco di cogliere i motivi di questo cambiamento di paradigma. Nel mio recente libro: Ho vissuto la vita. Ho vissuto la morte, Armando Editore, ne scrivo diffusamente. Vi sono motivi pratici utilitaristici. Gli Stati Uniti temono: che il rapporto Russia-Europa possa avvantaggiare la Russia e l’Europa (Germania) con evenienze problematiche per gli Stati Uniti; temono che la Cina possa dominare l’economia planetaria e rafforzarsi al grado di conquistare il Pacifico e di penetrare in Europa o parte dell’Europa anche mediante l’Africa. Non ritenendo possibile, se continua la pace, eliminare queste ipotesi gli Stati Uniti ricorrono alla guerra, mezzo potentissimo per risolvere quanto non si riesce a risolvere.

Il sillogismo è palese: se con la pace Russia e Cina prevarrebbero, occorre una situazione che impedisca questa risultanza, la situazione opposta alla pace è la guerra, dunque è necessaria la guerra per frenare o impedire la prevalenza della Russia e della Cina. Ne viene il mutamento di paradigma: la guerra buona, salva democrazia e libertà, salva l’economia occidentale, salva il dominio americano. Assolutamente logico, l’insieme. Con un dettaglio minimo quanto l’universo. La guerra salva tutto ma non salva l’umanità mondiale. Roba da poco. Ormai si ragiona, faccio per dire, della guerra, guerra nucleare nel dopo pranzo, tra il caffè e l’amaro. Come difendersi, il sotterraneo, in quale parte della stanza collocarsi, l’onda d’urto, la contaminazione perenne, i miliardi di ammazzati. Chi ha più bombe, la massima gittata, gli antidoti. Insomma: “Estote parati”, “Si vis pacem, para bellum”, “La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi”. Discutiamo della guerra e della guerra nucleare come evenienza non dico possibile ma di ordinaria somministrazione.

Attenti, vi sono errori nell’ andamento, logico. Quando si afferma: Bisogna prepararsi alla guerra se vuoi la pace è l’esatto opposto di quanto facciamo; accrescere la guerra! L’ingegnoso paradosso di quel popolo guerriero bellicoso che fu il romano, i bellicosi romani volevano, armandosi, la pace non illudersi o fingere che accrescendo le armi si serva la pace! Accrescendo le armi in guerra si rafforza la guerra. È quanto sta avvenendo. Si dice: servono alla difesa. Sarà, ma di certo servono a espandere il conflitto. Ora: un non controllato accrescimento del conflitto può essere catastrofico. E poiché stiamo appunto aumentando il grado della contesa accresciamo la guerra dicendo che lo facciamo per la pace. Noi stiamo falsando la famosa espressione, la quale indicava nell’armarsi la volontà di pace, non di potenziare gli armamenti facendo la guerra. Volere la pace essendo forti, è ben distinto dall’accrescere gli armamenti in guerra.

A che livello di armamento dovremmo reggere l’Ucraina a difendersi dalla Russia? Ma evidente: alla guerra nucleare. Perché? Perché la Russia è a livello nucleare e se l’Ucraina deve fronteggiarla non può che giungere a livello nucleare. Ecco il pantano dal quale non usciremo vivi se continua l’andamento. Insisto: la Russia non può e non vuole essere sconfitta ed è capace di guerra estrema. L’Ucraina non reggerà se non a condizione di avere gli armamenti della Russia, compresa la dotazione nucleare, Diversamente l’Ucraina verrà sconfitta, Se pienamente armata, l’Ucraina, che ne verrà? La guerra nucleare. Obiezione: allora soccombiamo alla prepotenza russa? No, torniamo alla politica, se la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, la politica è il raggiungimento degli stessi fini senza guerra. Che mai è la politica senza la guerra? Cogliere se i fini della guerra sono raggiungibili e se vale la pena prenderli con la guerra.

Orai fini della guerra degli Stati Unti, insieme all’Europa, sono irraggiungibili. Togliere dal mercato mondiale Russia e Cina, ultimo e verace scopo della contesa odierna, è impossibile. Si creerebbero molteplici vie traverse pur di commerciare con Russia e Cina, che sono indispensabili all’economia mondiale. E gli Stati Uniti, meno ancora l’Europa, non sono in condizioni di porre dazi, controlli radicali a Cina e Russia. E quand’anche l’Occidente fosse estraniato dai rapporti con la Russia e con la Cina, la Russia e la Cina avrebbero zone altrove. Il duello continuerebbe. Allora? O si ha l’ardimento della coesistenza mondiale o si ha l’ardimento della guerra mondiale. Le guerre locali non ottengono scopi se non divengono guerre mondiali. Il crollo della Russia non pare ottenibile, la disgrazia dell’Ucraina avviene, l’Europa è in debilitazione, gli Stati Uniti problematici oltretutto avendo accentuato il conflitto con la Cina e favorito il rapporto tra Cina e Russia, ma hanno guadagnato la spaccatura tra Europa e Russia ed il mercato europeo.

Rimane una impresa antistorica in un mondo dalla interconnessione totalizzante riparcellizzare l’economia. Contraddice la potenza produttiva. Vi è guerra di mercati? Sì. Forse questa la soluzione: invece di eliminare con la guerra i concorrenti accrescere la domanda visto che c’è l’offerta! Possente produzione, straordinario consumo. Facile? Per niente Ma è la via di scampo. Del resto, nessuno è in grado di dominare il mondo, né Russia, né Cina, né Stati Uniti. Non ci resta che una drammatica non mortale competizione. Una domanda dell’intera umanità per una offerta tale da soddisfare l’intera umanità. O si sceglie questa via o si sceglie la guerra mondiale. Le guerre locali crescono. E vivere con il rischio di una guerra mondiale causa desolazione. A lungo non regge. Qualcuno perderà il controllo. Credere di tenere sotto controllo guerre limitate è un rischio perpetuo. Si può giungere alla guerra totale senza volerla. Assumiamo la responsabilità: o guerra totale o pace complicata ma decisissima. Se ancora amiamo la vita e le diamo valore. A pensare sentire quanto è bello vivere per il bello che vi è nel vivere, a farci guerra siamo relativamente del tutto pazzi.

Aggiornato il 01 febbraio 2023 alle ore 12:13