Fnsi, Alessandra Costante dopo Giuliana Del Bufalo

Sfide difficili, cambiamenti epocali, libertà d’informazione in Italia a un livello molto basso. Il quadro dei problemi che sta davanti alla seconda donna segretaria generale della Fnsi, in oltre cento anni di storia, è molto fosco. L’analisi dei mali dell’editoria italiana è sul tavolo chirurgico di tutti gli operatori. Mancano le ricette per risolverli.

La ligure Alessandra Costante, del giornale Il Secolo XIX, ha preso il posto di Raffaele Lorusso, con 196 preferenze contro gli 88 voti ottenuti dal presidente dell’Associazione Lombarda Paolo Perucchini. Presidente della Fnsi è stato nominato Vittorio Di Trapani, un giornalista di Rainews24, proveniente dalla Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia ma soprattutto leader del sindacato dei giornalisti Rai dal 2012 quando è stato sostituito nel 2021 da Daniele Macheda. Deve tutto al leader storico dei “giornalisti democratici” Giuseppe Giulietti. Per Alessandra Costante la strada è tutta in salita dal momento che, come ha osservato il sottosegretario all’Editoria Alberto Baracchini, “c’è bisogno di affrontare un cambiamento rapido ed epocale, in quanto non siamo più nella transizione digitale, ma siamo già dentro il digitale”. E il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha evidenziato i danni del precariato, l’esigenza di dare dignità legislativa ai contratti collettivi (quello giornalistico non è stato rinnovato da tre congressi) e quindi effettuare un cambiamento anche nell’organizzazione sindacale.

“Siamo tutti in vendita e pronti allo sciopero”, ha scritto in un documento il Coordinamento dei Cdr dei giornali del gruppo Gedi dopo le notizie non smentite di trattative con gruppi interessati all’acquisizione delle storiche testate del Nordest legate a Repubblica, cioè Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto, Il Piccolo di Trieste, la Gazzetta di Mantova. La nuova segretaria generale si trova tutte le testate del gruppo in agitazione. Annunciano altre iniziative di protesta. Sono passati appena due mesi da quando l’amministratore delegato del gruppo Gedi Maurizio Scanavino ha sottolineato come l’assetto dei giornali del gruppo, dai locali ai nazionali quindi anche La Stampa e Il Secolo XIX, rappresentasse il perimetro di riferimento dell’azienda. C’è poi la questione del Giornale di Sicilia, con i giornalisti in sciopero contro i nuovi tagli contenuti nel nuovo piano con cui l’azienda chiede di ridurre stipendi ed eliminare l’edizione del lunedì. Pronti altri dieci giorni di sciopero. Tensione anche al nuovo L’Espresso dell’editore Iervolino, dopo la sostituzione del direttore Lirio Abbate con Alessandro Mauro Rossi, il cui piano vanifica il lavoro per il rilancio del settimanale.

Pesante denuncia dei giornalisti per la liquidazione della società che fa capo a Maurizio Belpietro e la sospensione di alcune testate. Dei 45 giornalisti iniziali ne restano 28, con l’aggravante della richiesta della Cassa integrazione a zero ore per cessazione di attività. Il compito per Alessandra Costante è arduo. Quando nel 1986 ad Acireale venne eletta Giuliana Del Bufalo alla segreteria, dopo una accesa battaglia con la sinistra di Sergio Borsi, i problemi da risolvere erano enormi. Al vertice del sindacato dei giornalisti furono votati Giorgio Santerini, Arturo Diaconale, Marco Volpati, Maurizio Andriolo, Marcello Zeri, Giacomo Lombardi ed altri che seppero sviluppare un’azione che portò alla firma di “buoni contratti”, bilanci positivi all’Inpgi, creare la Casagit, dare onorabilità e dignità all’Ordine dei giornalisti.

Aggiornato il 23 febbraio 2023 alle ore 16:31