Istigazione al selfie

Il lutto uno lo elabora come vuole. E ci mancherebbe altro. Ma quanto accaduto nelle ultime ore ha rappresentato l’ennesimo esempio che ormai siamo arrivati al punto di non ritorno. In Campidoglio è stata allestita la camera ardente per un ultimo saluto a Maurizio Costanzo, il noto conduttore morto a 84 anni. A far saltare sulla sedia il plotone degli indignati sono state alcune immagini, che subito hanno iniziato a circolare sul web. Ovvero i selfie scattati da alcune persone con Maria De Filippi, vedova del giornalista.

Si sa: siamo lo specchio della società in cui viviamo. Quelli bravi potranno scandagliare meglio il fenomeno e i motivi che ci hanno portato a condensare la nostra vita in uno smartphone. Chi sta in fila per porgere le condoglianze e poi, al posto dell’autografo, chiede una foto con il personaggio famoso di turno, è un qualcosa che non merita attenzione. Perché è un modus operandi che si commenta da solo. È un atteggiamento tossico, che crea dipendenza. In questo caso, da social.

Allo stesso tempo, Maria De Filippi, quei selfie (due o quanti sono stati) li avrebbe potuti evitare. Ma non l’ha fatto. Il motivo? Resta un’incognita nel brodo primordiale 2.0 dove galleggiamo.

Troppe poche volte ci domandiamo chi controlli il controllore. Mentre siamo sempre più propensi a guardare il dito, mentre si indica la luna. Il popolo dei selfie non nasce da solo. Qualcuno, in un passato non troppo remoto, deve aver insegnato agli “utenti” come utilizzare al meglio il dito per quello scatto.

Prima ce ne rendiamo conto, meglio sarà per tutti. Quello sarebbe un successo, al netto di tutto, dell’aldilà e dell’al di qua.

Aggiornato il 28 febbraio 2023 alle ore 09:03