Salute mentale, per le Regioni c’è lo psicologo di base

Il continuo ricorso ad antidepressivi e a stabilizzatori dell’umore ha, negli ultimi tempi, portato il discorso sulla salute mentale a occupare un posto di rilievo nelle tematiche nazionali. Negli ultimi cinque anni, sono state vendute in farmacia più di un miliardo e 55 milioni di pillole, contro i 959,6 milioni del 2018. La spesa per questi farmaci è conseguentemente salita, su cifre che si attestano intorno ai 288 milioni di euro, un più 8 per cento rispetto al 2018. Il bonus statale per lo psicologo, l’anno scorso, è stato richiesto da quasi 400mila persone, ma solo poco più del 10 per cento di queste sono state accettate. Le domande sono a forte predominanza femminile – 70 per cento donne contro il 30 per cento uomini –, sintomo di una maggiore propensione ad intraprendere un percorso di terapia. Non è stata superata quindi, la credenza che gli uomini debbano risolvere per conto loro i problemi relativi a inadeguatezza e depressione, uno stigma sociale spesso auto-inflitto dallo stesso genere maschile.

L’erogazione del bonus statale (che per il 2023 dovrà partire a giugno) si sta rivelando complessa, e quindi le Regioni hanno deciso di intervenire in autonomia, partendo dall’introduzione del cosiddetto psicologo di base. Insomma, un professionista che – di concerto con il medico di famiglia e del pediatra – offre un’assistenza di “primo livello”, per poi indirizzare i pazienti verso altri specialisti, qualora fosse necessario. Il disagio mentale in tutta Italia, ma soprattutto tra i giovani, è aumentato, anche a causa della pandemia, e un servizio gratuito riuscirebbe a intercettare alcuni problemi dal nascere, per permettere a tutti di prendersi cura della salute mentale. Nessuno escluso.

La prima regione ad aver istituito questa nuova figura è stata la Campania, il 3 agosto del 2020. L’attività è assicurata da psicologi liberi professionisti, convenzionati con gli enti pubblici e coordinati con i medici generali e i pediatri. Mentre, l’8 ottobre 2022, l’Abruzzo ha istituito questo stesso servizio, prevedendo che il professionista sia “inserito nel distretto sociosanitario per l’attività di assistenza psicologica primaria” e operi in collaborazione con le altre figure necessarie. A giugno dell’anno scorso, invece, in Piemonte è stato approvato il progetto dello “psicologo delle cure primarie”. Sono 55 gli psicologi e psicoterapeuti presenti sul territorio, in grado “di intercettare quella parte di popolazione che, se non presa in carico, rischia di incrementare risposte inappropriate”. La Regione ha stanziato un budget di circa 1,8 milioni. In Toscana un provvedimento simile è stato approvato il 9 novembre scorso. In Sicilia lo psicologo di base è in esame all’Assemblea regionale, mentre in Lombardia il disegno di legge si è fermato a dicembre per motivi finanziari.

Altre autonomie hanno preferito l’affiancamento di contributi regionali a quelli statali, destinati soprattutto a bambini e adolescenti. Nel Lazio, per esempio, la sovvenzione per lo psicologo riguarda i giovani di età compresa tra i 6 e i 21 anni, con particolare attenzione verso situazioni di fragilità e di difficoltà familiare. Per accedere al bonus regionale – attivo da giugno 2022 – i richiedenti devono essere iscritti a un percorso di istruzione e il loro Isee familiare non deve superare i 40mila euro. Anche il Friuli-Venezia Giulia, la Campania e il Piemonte hanno messo a punto dei contributi simili, che mirano ad aiutare le fasce più deboli della popolazione ad accedere a un supporto psicologico adeguato, che sta diventando – a tutti gli effetti – un diritto improrogabile.

Aggiornato il 06 marzo 2023 alle ore 16:14