Nuovo segretario alla romana: Renzi sbatte sul “Corriere”

Cambio della guardia al vertice di Stampa romana. Nuova “batosta” dal Tribunale di Firenze per Matteo Renzi per una querela temeraria contro Fiorenza Sarzanini e il direttore Luciano Fontana del Corriere della sera. I 60 delegati del X congresso dei giornalisti del Lazio hanno eletto segretario, con 35 voti, il marchigiano Stefano Ferrante, giornalista del Tg La7, prevalendo per 10 voti su Marco Vignudelli. Lascia dopo otto anni Lazzaro Pappagallo, in carica dal 2015. Ha portato il sindacato territoriale a essere un presidio sindacale di azione e fucina di idee e difesa della legalità. Tutelare i giornalisti sia sul piano economico che professionale è stato un compito delicato portato avanti nella tradizione di esponenti di spicco dell’Associazione come Arturo Diaconale, Guido Paglia, Marcello Zeri, Massimo Signoretti, Pierluigi Franz, Giovanni Buffa, Cesare Pucci, Scipione Rossi, Ugo Manunta, Gilberto Evangelisti. I vertici di Stampa romana hanno fatto sentire sempre la loro voce nella complessa evoluzione del sistema editoriale. Quello romano non è mai stato un sindacato delle élite e di rendite di posizione ma pronto a difendere tutti come nelle vicende di Paese sera, dell’Unità, del Tempo, del Roma, del Popolo, del Secolo e dei tanti giornali che avevano le redazioni nella Sala stampa di Palazzo Marignoli a piazza Santi Apostoli. Piazza della Torretta, sempre al servizio della comunità, con la sua struttura amministrativa, è cresciuta (Inpgi, Casagit, Ordine dei giornalisti), anno dopo anno in capacità professionali. Alla guida arriva Stefano Ferrante che ha iniziato a lavorare nell’allora Telemontecarlo, dopo la laurea in giurisprudenza a Macerata e la scuola di giornalismo di Urbino. Il nuovo segretario si trova un altro tassello favorevole nella lotta intrapresa, da tempo dall’Asr.

Nessun risarcimento è dovuto al senatore Matteo Renzi che chiedeva al Corriere della sera 200mila euro per diffamazione e danni non patrimoniali dopo la pubblicazione di un articolo di Fiorenza Sarzanini sull’inchiesta Open. Il leader di Italia viva, dopo la causa persa contro Marco Travaglio (dovrà pagare 42mila euro di spese legali) è stato condannato, dal giudice Susanna Zanda, a pagare 16mila euro di spese di lite a favore dei giornalisti che aveva portato in giudizio. Significative le motivazioni in cui si deplora l’uso delle querele come minacce verso i giornalisti.

La giudice osserva “la richiesta di ben 200mila euro, oltre alla plurima pubblicazione del dispositivo, al di là dell’infondatezza della domanda, ha una palese ingiustificata carica deterrente, specie ove collocata nell’alveo delle iniziative volte a usare il Tribunale civile come una sorta di bancomat dal quale attingere somme per il proprio sostentamento, anche quando lo si coinvolge senza alcun fondamento”. Il giudice riconosce la correttezza del lavoro della giornalista le cui fonti documentali rappresentano un dato storico che dà conto dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza sulla segnalazione dell’unità d’informazione finanziaria, organismo della Banca d’Italia dedicato al contrasto del riciclaggio. Punto finale: l’articolo rispetta il canone della verità in quanto esprime esattamente il contenuto della nota informativa dell’ufficio d’intelligence finanziario. Non ci sono, pertanto, elementi diffamatori neppure dal punto di vista penale. Il Corsera quindi ha riportato il contenuto di alcuni atti d’indagine da cui sono state tratte le notizie che Renzi ha considerato false e diffamatorie.

Aggiornato il 08 marzo 2023 alle ore 13:32