Berlusconi vende, Angelucci compra

La vendita del Giornale fondato da Indro Montanelli nel 1974 e passato nella proprietà della famiglia Berlusconi tre anni dopo, rivela un cambiamento strategico di Silvio, ex capo del governo e leader di Forza Italia. Niente più quotidiano e settimanale (Panorama è passato nel gruppo di Maurizio Belpietro), ma soltanto televisione. I due figli maggiori Marina (guida la Mondadori) e Pier Silvio (al vertice di Mediaset) stavano spingendo da tempo per convincere il padre a cedere il quotidiano milanese di Via Negri, in conseguenza del deterioramento dei conti economici nonostante la riduzione in 4 anni dell’organico da 80 a 51 redattori e una diffusione media di poco superiore alle 32mila copie al giorno, secondo i dati dell’Ads che, ultimamente, comprendevano sia il cartaceo che il digitale. Per il Cavaliere l’aspetto economico non era un problema, ma quello che è venuto meno era l’aspetto politico che il giornale ha svolto durante il periodo della discesa in campo e nella successiva fase di governo.

Ora, con Forza Italia ridimensionato e terzo partito del centrodestra, la forza propulsiva del giornale non era più adeguata, anche se molti esponenti azzurri hanno fatto pressione sul leader per convincerlo che le sole televisioni del gruppo non bastano a veicolare le posizioni di Forza Italia. I debiti sono stati l’elemento più convincente a vendere, così come era avvenuto per la società di calcio Milan. Il fratello Paolo, che era formalmente l’editore del Giornale, avrebbe voluto continuare l’esperienza, ma alla fine ha ottenuto di mantenere una quota di minoranza del 30 per cento circa. A livello economico la situazione sorride ai Berlusconi. Il fondatore di Fininvest (che detiene il 61,3 per cento) ha appena incassato 90 milioni con il bilancio al 30 settembre 2022, dopo il “cedolone” da 150 milioni distribuiti dal Biscione per i risultati del 2021. Maxidividendo anche per Marina e Pier Silvio che hanno aumentato la liquidità a loro disposizione di 80 milioni a testa, possedendo il 7,65 per cento del capitale.

A seguire arriveranno altri soldi ai tre figli più giovani che detengono complessivamente il 21,4 per cento del capitale Fininvest. Con l’acquisto del Giornale si rafforza il gruppo editoriale della famiglia di Antonio Angelucci che ha già nel pacchetto azionario il quotidiano Libero e Il Tempo di Roma.

Globalmente l’ex deputato di Forza Italia passato ora alla Lega mette così nello scenario editoriale una realtà diffusionale di oltre 70mila copie al giorno tra cartaceo e digitale. Eppure, per la famiglia Angelucci, che ha forti interessi anche nel settore della sanità privata, gli ostacoli non mancano. A partire dalla condanna del manager 78enne in primo grado a un anno e 4 mesi per falso sui contributi pubblici ricevuti nel 2006. La trattativa tra Paolo Berlusconi e Angelucci andava avanti da mesi e sono stati necessari molti passaggi per ottenere la certificazione del bilancio 2022. Il Giornale, dopo la guida di Montanelli, ha avuto come direttori Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti e ultimo Augusto Minzolini, che dalla Rai era diventato deputato di Forza Italia. Il tentativo di raccogliere in un unico gruppo più giornali dalla stessa linea editoriale è una prova per rispondere alle difficoltà finanziarie che attraversano i quotidiani e i periodici italiani. Come ha osservato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “indipendenza, pluralismo e trasformazione digitale vanno garantite anche con fondi pubblici”, al fine di reggere l’urto della trasformazione che sta vivendo l’industria dei media.

Aggiornato il 13 marzo 2023 alle ore 14:34