Allarme siti che inquinano l’informazione

lunedì 22 maggio 2023


Nuovi rischi per l’informazione. Aumentano i siti non prodotti dai professionisti. Sono la conseguenza dell’avanzare della cosiddetta Intelligenza artificiale. Ma anche nella realtà quotidiana le tensioni, nel pianeta dell’editoria, non diminuiscono. Dopo i due terribili anni della pandemia da Covid i conti economici e la ripresa dei proventi della pubblicità non si sono regolarizzati. Il piano editoriale per ridurre i costi presentati dal direttore del Tirreno di Livorno Luciano Tancredi ha causato un terremoto redazionale: la sfiducia è passata con 40 voti, due favorevoli, 5 schede bianche e 23 redattori non hanno votato. L’assemblea dei giornalisti toscani ha contestato la volontà dell’azienda Sae di rivedere gli accordi sottoscritti in sede ministeriale appena tre mesi fa e che prevedevano invece una validità di 18 mesi. Una modifica inaccettabile di impegni presi in tavoli istituzionali e che avrebbe comportato un peggioramento dei livelli salariali (Cassa integrazione al 25 per cento), aumenti di carichi di lavoro e cambiamenti nell’organizzazione. Al Comitato di redazione è stato affidato un pacchetto di 5 giorni di sciopero e la richiesta d’incontrare il presidente della Sae Alberto Leonardis ma anche i soci del gruppo Maurizio Berrighi, Luca Santini, Davide Cilli e Stefano Filucchi. Una situazione complessa da gestire per Tancredi dopo il crollo delle vendite, sceso a 20mila dalle primitive 100mila e la responsabilità anche dei quotidiani dell’Emilia e cioè Gazzette di Parma e Reggio e La Nuova Ferrara, quotidiani particolarmente impegnati in questo mese per le alluvioni e le migliaia di sfollati. Non è ripartito con il piede giusto lo storico giornale L’Unità, la testata fondata nel 1924 da Antonio Gramsci al quale (con Enrico Berlinguer) si è voluto richiamare il direttore Piero Sansonetti che ha lasciato la direzione del Riformista al leader di Italia viva Matteo Renzi. I 21 dipendenti del quotidiano (17 giornalisti e 4 tipografi), che hanno perduto il lavoro da circa sei anni (fallimento del 2017 dichiarato dal Tribunale di Roma), hanno rivolto pesanti critiche all’operazione. In un comunicato hanno accusato Sansonetti (che era stato condirettore del giornale di via dei Volsci) e l’editore Romeo di “aver calpestato i diritti dei lavoratori. Siamo di fronte a un caso mai contemplato nel mondo del lavoro: un’intera redazione sostituita da un’altra”.

L’editoria deve fare, purtroppo, i conti anche con i pericoli d’inquinamento che derivano dall’espandersi del fenomeno di notizie a bassa qualità, prodotte artificialmente. Da un’analisi del gruppo NewsGuard è emerso che nei primi cinque mesi dell’anno sono stati individuati 125 siti con contenuti pubblicati senza una supervisione umana. In pratica, sono in circolazione sui social centinaia di articoli di scarsa qualità, scritti in varie lingue e cioè inglese, francese, cinese, arabo, olandese, ceco, indonesiano, thailandese, con formule tipiche delle risposte generate dall’Ia o informazioni che sembrano prodotte tramite algoritmi. L’uso tra gli studenti italiani è diffuso in materia di temi, relazioni scritte o risoluzione di problemi matematici. Sono in corso tentativi di frenare questa escalation. Il gruppo NewsGuard sta preparando alcuni parametri per definire i siti inaffidabili di notizie generate dall’Intelligenza artificiale. È uno sforzo per salvaguardare la credibilità delle fonti attraverso criteri che possono essere riconosciuti dai lettori medi, tra i quali il nome dell’autore e non nomi generici.


di Sergio Menicucci