La comunità buddhista in festa per la benedizione del Buddha

I seguaci di Buddha in Italia sono molto discreti e si notano poco, ma il Buddhismo nel nostro Paese rappresenta la terza religione più diffusa, dopo il Cristianesimo e l’Islam. È una comunità, costituita da 208mila fedeli italiani buddhisti e 124mila buddhisti immigrati dai Paesi asiatici, che si caratterizza per essere molto osservante dei suoi riti e attenta alle sue millenarie tradizioni. E nel corso degli ultimi decenni gli italiani hanno sempre più imparato a conoscere rituali e tradizioni buddhiste. Tre sono le feste più importanti: l’Illuminazione di Buddha, alla fine di dicembre o all’inizio di gennaio; la nascita di Buddha, a maggio, una settimana prima del plenilunio; l’Ullambana, la festa del Sangha (comunità) e dei defunti, nel plenilunio di agosto. Questo periodo dell’anno per i buddhisti è molto importante, perché nell’ultima settimana di maggio cade il Wesak (festa della luce), festività che celebra la nascita, l’illuminazione e il Parinirvāṇa (termine intraducibile nelle lingue occidentali, che indica la cessazione dell’esistenza psicofisica) del Buddha storico, Siddharta, il Buddha Śākyamuni.

Secondo il culto buddhista con il Wesak si compie il ritorno del Buddha in un corpo di luce per portare la sua grande benedizione a tutta l’umanità. Nel nostro Paese si festeggia l’ultima domenica di maggio sulla base del concordato stipulato tra l’Ubi (Unione buddhista italiana) e lo Stato italiano. L’origine di questa festività è stata fatta risalire all’evento accaduto in una notte di luna piena del mese di maggio, quando, ormai alla fine della sua vita terrena dedicata alla meditazione e alla diffusione degli insegnamenti di saggezza e compassione, giunto alle soglie del Nirvana e del superamento del ciclo delle Reincarnazioni, volgendosi indietro vide l’umanità afflitta dal dolore e dalla sofferenza.

Fu in quel momento che, con spirito compassionevole, decise che non avrebbe superato il ciclo di nascita e morte finché tutti gli esseri viventi non fossero entrati nel Nirvana, spezzando il ciclo delle rinascite prima di lui: “Ogni anno, nel giorno del plenilunio nel segno del Toro, tornerò sulla Terra per portare la mia benedizione per sostenere l’uomo nella sua evoluzione spirituale”. In quello stesso giorno, all’età di 35 anni, egli abbandonò il corpo fisico e raggiunse l’Illuminazione. Da allora, questo avvenimento viene ricordato ogni anno, ai piedi del Monte Kailash, sulla catena dell’Himalaya, dove si riuniscono persone di ogni fede provenienti da tutto il mondo per ricevere la benedizione del Buddha. Ma, ogni persona, e secondo alcune tradizioni anche ogni essere senziente, può ricevere la medesima benedizione, raggiungendo anche solo spiritualmente quel luogo. Ecco perché in ogni luogo del mondo si festeggia il Wesak con un rituale durante il quale i fedeli si riuniscono per meditare, pregare e ricevere la benedizione divina.

Quest’anno, su iniziativa dell’ambasciata dello Sri Lanka, l’Ameco (Associazione per la meditazione di consapevolezza) fondata e diretta dal professor Corrado Pensa, ha organizzato per la prima volta il Wesak anticipando al 21 maggio scorso la cerimonia, che ha ottenuto una significativa partecipazione, mentre l’Ubi ha programmato la festa dal 27 al 28 maggio a Palermo presso l’Ecomuseo Mare memoria viva, con un vasto programma di dibattiti, rituali e benedizione, compresa quella per gli animali.

Aggiornato il 25 maggio 2023 alle ore 11:10