Aspi apre il Global Anti-Corruption & Integrity Forum Ocse

giovedì 25 maggio 2023


La ricetta per promuovere modelli di integrità nelle infrastrutture: dalla ricostruzione in Ucraina, passando per le big companies statunitensi, fino ai nuovi esempi italiani, con un approccio sistemico e multi-stakeholder. Come si sposano anticorruzione e lotta al cambiamento climatico?

L’Ocse ha inaugurato la due giorni annuale sul tema lotta alla corruzione. Il Forum, giunto alla sua decima edizione, si intitola Action to Impact: Lavorare insieme per rafforzare l’integrità e combattere la corruzione. Focus della convention: come il settore pubblico e quello privato possano collaborare per affrontare problemi come la cattiva gestione dei fondi pubblici, la corruzione internazionale, la frode fiscale e le pratiche di lobbying poco trasparenti.

Nella sessione introduttiva – al fianco di rappresentati istituzionali e aziendali di alto profilo, come il viceministro delle Infrastrutture in Ucraina, Serhii Derkach, la vicepresidente di Microsoft Becky, Lenaburg e Nina Martin, responsabile di Bechtel, la più grande società edilizia e di ingegneria in Usa, ha preso la parola anche il direttore Risk, Compliance and Quality di Autostrade per l’Italia, Nicola Allocca, che è anche presidente del Comitato Anticorruzione del Business all’Ocse (Biac), l’organismo che racchiude le best practices in tema legalità e include rappresentanti di oltre 30 Paesi.

Nel corso di “Racing to Zero – Education and Digital as enablers in breaking biases to eliminate corruption” Allocca ha presentato il programma “Next to Legality” di Aspi e il Manifesto “Zero Corruption” per il 18esimo Sdg.

Lotta alla corruzione = lotta al cambiamento climatico

Quali sono le conseguenze della corruzione nelle infrastrutture? Potenzialmente il rischio è molto alto, soprattutto se pensiamo alle prossime generazioni. Gli effetti a impatto diretto di una scarsa prevenzione e messa a sistema di buoni modelli anticorruzione ricadono certamente sugli standard di sicurezza e protezione delle infrastrutture, sulla qualità delle prestazioni, sui costi, sulla puntualità di consegna dei progetti e sulla gestione della filiera di approvvigionamento. Ma non finisce qui: costi indiretti ma altrettanto gravi si ripercuotono anche sul cambiamento climatico, con un potenziale ritardo nella realizzazione di infrastrutture cardine per affrontare sfide globali, come il surriscaldamento globale. Ecco perché diventa fondamentale semplificare le regole del gioco, includendo nuove competenze e nuovi strumenti nella lotta alla corruzione. Ha sottolineato Allocca: “Se permettiamo alla corruzione di privare la prossima generazione di risorse fondamentali come infrastrutture moderne, intelligenti, innovative, sicure e anche resilienti, infliggeremo ai nostri figli un peso intollerabile di disuguaglianza”.

Intelligenza Artificiale – Infrastrutture intelligenti

Anche le infrastrutture fisiche e territoriali stanno diventando intelligenti, applicando sistemi basati su un dialogo interattivo e sempre più istantaneamente cognitivo, tra gli uomini e le apparecchiature di lavoro. In tal senso anche i programmi anticorruzione vanno ripensati, in funzione del nuovo contesto, in costante evoluzione.

Per Nicola Allocca “dobbiamo agire in tre direzioni diverse”:

In primo luogo, occorre cambiare la vision della lotta alla corruzione, per arrivare all’obiettivo Zero corruzione. Ciò significa che i nuovi protocolli saranno concepiti con l’obiettivo di sradicare la corruzione, invece di gestirne il rischio. Le aziende dovranno valutare seriamente le loro azioni, non solo da un punto di vista economico e finanziario, ma anche considerando l’impatto sociale e ambientale delle scelte nel contesto in cui si verificano.

In secondo luogo, bisogna rendere sempre più complementari performance e conformità, risultati e regole, business e valori. Un obiettivo raggiungibile attraverso programmi di legalità basati su una condotta aziendale responsabile. L’impronta – la cosiddetta compliance footprint – deve fissare gli indicatori di conformità allo stesso livello degli indicatori di performance.

Infine, si dovrà sempre badare alla stabilità della filiera di approvvigionamento. Il settore delle infrastrutture opera in un ambiente altamente volatile, incerto, complesso e ambiguo. Pertanto, un sistema di gestione del rischio, con modelli di continuità aziendale attivi e soluzioni efficaci di monitoraggio operati da terze parti sono imprescindibili per stabilizzare la filiera dei fornitori.

Per questo motivo – ha concluso Allocca – le grandi aziende dovrebbero svolgere un ruolo chiave attraverso la condivisione di best practices quali programmi di formazione, campagne di comunicazione e modelli di sistemi di controllo interno”.


di Redazione