Ritratti. eternamente Didier Drogba

“Meravigliosamente, incredibilmente Drogba” urla il telecronista Massimo Marianella. Minuto ’88. È il 19 maggio del 2012. All’Allianz Arena di Monaco di Baviera si disputa la finale di Champions League tra i padroni di casa del Bayern e il Chelsea allenato da Roberto Di Matteo. I padroni di casa passano in vantaggio all’83esimo con Thomas Muller, dopo aver dominato in lungo e in largo. Cinque minuti dopo, l’inzuccata dell’attaccante ivoriano rimette le cose in pari, oltre a far calare il silenzio in un luogo dove non hai molte opportunità per fare la voce grossa. Il centravanti ivoriano sale in cattedra e – nel giro di un amen – ribalta le sorti di una sceneggiatura già scritta. Da autentico mattatore, spariglia le carte in tavola, realizza – nella lotteria dei rigori – il penalty decisivo e spedisce la Coppa dalle grandi orecchie a Londra.

Ma facciamo un passo indietro. Quanto può essere lungo il viaggio tra Abidjan, dove nasce, passando per Francia, dove cresce e Inghilterra, dove si consacra calcisticamente? Poco, tanto? Non importa. Didier Drogba, 45 anni il prossimo 11 marzo, forse esplode tardi. Tuttavia, quando inizia a macinare a pieno regime non c’è più trippa per gatti. Le Mans, Guingamp e poi l’Olimpique Marsiglia. Fino all’approdo al Chelsea, voluto dal tecnico portoghese, José Mourinho. Lo Special One mette da parte le titubanze del patron dei blues, Roman Abramovich. E insiste per avere in rosa quel predatore del pallone: “Paghi e non parli”. Nella vita bisogna anche saper ascoltare. E decisione migliore non potrebbe essere mai stata presa.

Gli anni d’oro a Stamford Bridge sono a 18 carati: oltre alla Champions sopra menzionata, vanno aggiunte quattro vittorie in Premier League, tre Coppe di Lega, due Community Shield, quattro Coppe d’Inghilterra. Non solo: 157 gol in 341 presenze nei primi otto anni al Chelsea. E altri sette nella sua seconda tappa, dopo la parentesi con il Galatasaray (dove conquista campionato, Supercoppa e Coppa di Turchia). Quarto marcatore di sempre con la compagine inglese, dietro solo a Frank Lampard (211 gol), Bobby Tambling (202) e Kerry Dixon (193). Trentasei le marcature, con la stessa maglia, nelle competizioni europee, un’icona nella storia del club.

Sessantacinque volte a segno con la sua Nazionale, è considerato uno dei calciatori africani più forti di sempre. Di lui si ricorderanno incornate, giocate in acrobazia, ma anche la capacità di gonfiare la rete in situazioni precarie, tra mischie e rimpalli d’altri tempi. Se avesse qualche potere magico o una calamita sottopelle, non è dato sapere. Ma lui c’è sempre. Nel bene o nel male.

Giunge da lontano, arriva altrettanto lontano. Traduce le difficoltà in successo. E rende possibile l’impossibile. Alla sua maniera, “meravigliosamente, incredibilmente Drogba”.

Aggiornato il 02 dicembre 2022 alle ore 22:48