“Dibu” Martinez: dalla tribuna alla Coppa

Ai molti Emiliano Martinez sembrerà il solito calciatore spaccone, dal balletto alla Dancing with myself fino al gestaccio davanti all’emiro dopo aver ricevuto il premio come miglior portiere di Qatar 2022. Ma non tutti sanno che per lui il Mondiale di calcio è stato il culmine di una parabola di redenzione, iniziata quattro anni prima. Infatti, al campionato del mondo in Francia il portiere dell’Albiceleste ha partecipato, ma da spettatore, come testimonia un selfie sulle tribune della Kazan Arena con il fratello, Alejandro.

Acquistato giovanissimo – a soli 18 anni – dall’Arsenal, Martinez ha cominciato a girare per l’Inghilterra tra prestiti vari, vestendo le maglie dell’Oxford Utd, dello Sheffield Wednesday, del Rotherham e poi del Wolverhampton, senza mai ritagliarsi il ruolo di protagonista. Nella stagione 2017-2018, un ennesimo prestito, al Getafe (in Spagna), con il quale colleziona solo cinque presenze. Ecco che il portiere vede il suo futuro nel calcio “dei grandi” in bilico, e comincia ad affidarsi a uno psicologo. In quell’estate di quattro anni fa, l’Argentina viene eliminata agli ottavi di finale dalla Francia, futura vincitrice del torneo.

È curioso come il momento più basso e quello più alto della carriera di Emiliano Martinez siano accompagnati dai Bleus. Da non convocato a vincitore dei Mondiali. La ballata di Dibu Martinez (che prende il soprannome da un cartone animato argentino, La mia famiglia è un dibujo) inizia nel 2020, quando all’Arsenal si infortuna Bernd Leno e tocca all’argentino difendere i pali dei Gunners. Il portiere convince Mikel Arteta: insieme vincono una Fa Cup e il Community Shield ai rigori. L’anno dopo diventa il portiere argentino più pagato della storia, passando per 20 milioni di sterline all’Aston Villa. La sua prima presenza con l’Albiceleste è datata 3 giugno 2021, poco prima della Coppa America. Competizione che vince da protagonista, parando in semifinale contro il Cile tre rigori su cinque.

Martinez è diventato stabilmente il portiere della Nazionale, grazie alle sue doti atletiche e alla nomea (giustamente attribuita) di para-rigori. Il Dibu non è aggraziato, non è educato né tantomeno magnanimo. Ma è forte. L’ha dimostrato in Qatar ai quarti di finale contro l’Olanda, parando i primi due rigori agli Orange, e nella finale di ieri, dove tra balletti e provocazioni è riuscito a entrare nella testa degli avversari, inducendo all’errore Aurélien Tchouameni e parando il tiro di Kingsley Coman.

Da spettatore, a miglior portiere del torneo. Tra un Mondiale e un altro intercorrono solamente 4 anni che, per il Dibu Martinez sono valsi una vita intera.

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 17:17