LeBron James: più in alto del gancio-cielo

L’Ohio è terra di insediamenti agricoli e industriali. Ma è anche la culla del Prescelto LeBron James, che a 38 anni diventa il miglior marcatore di sempre dell’Nba: con 38.390 punti messi a referto in carriera sorpassa Kareem-Abdul Jabbar (fermo a quota 38.387), il cui record resisteva dal 1989. Il campione dei Los Angeles Lakers, nella partita contro Oklahoma City, realizza i 36 punti del sorpasso sull’iconico centro e totem anch’egli dei Lakers – nato Ferdinand Lewis Alcindor jr – che deve tutto a John Wooden, (“cinquantacinquenne bianco di una cittadina dell’Indiana. Era tutto trattori, big band e morale cristiana. Eravamo una coppia da sit-com e la nostra storia stava per cominciare”) e che dettava legge con il gancio-cielo, suo marchio di fabbrica, un colpo che sfruttava l’intera lunghezza e spinta del corpo in modo da rilasciare il pallone da altezze impossibili da stoppare.

Ma questa è un’altra storia, perché adesso nella leggenda c’è LeBron James. Uno che è arrivato dove è arrivato perché ha attraversato momenti difficili da giovane, come lui stesso ricorda. E che, oltre ad avere pure dei difetti, ha anche una convinzione: “C’è molta pressione su di me, ma non metto molta pressione su me stesso”.

La fotografia del momento dell’allungo nella classifica dei top scorer all time è scattata nel terzo quarto del match contro Oklahoma (che alla fine la spunta, 133-130 il punteggio). Nella Crypto.com Arena di Los Angeles ci sono 20mila persone, tra di loro John McEnroe ed Earvin Magic Johnson. Tutti pensano la stessa cosa, ma non la dicono. Eppure, sono lì per quello: l’azione di LeBron James, il pallone nel canestro, il gioco che si ferma.

Poi scatta il perfetto show a stelle e strisce tra foto e lacrime, mentre il 38enne nato ad Akron prende la parola: “Grazie alla mia bellissima moglie, a mia figlia, ai miei due ragazzi, ai miei amici, mia madre, tutti coloro che hanno fatto parte del mio viaggio negli ultimi vent’anni”. E poi lo sguardo rivolto a Kareem Abdul-Jabbar, presente per il passaggio del testimone: “Essere al cospetto di una leggenda del genere significa molto per me. È una grande lezione di umiltà, fate una standing ovation al capitano, per favore”.

E tutti si alzano in piedi, appassionatamente.

Aggiornato il 08 febbraio 2023 alle ore 18:00