Ritratti. Il peso di Nikola Jokić

Di sicuro ci sono la serie vittoriosa (4-0) sui Los Angeles Lakers e le Finals Nba agguantate con i Denver Nuggets (contro Miami o Boston Celtics, con i primi avanti 3-2), la sua altezza (211 centimetri) e una bilancia dispettosa. Ma il peso di Nikola Jokić, 28enne centro serbo, ora si fa sentire. Ventotto anni, mattatore contro LeBron James e compagni, di essere Mvp gli interessa fino a un certo pinto. Perché la riconoscenza va allargata a 360 gradi. E il premio “dovrebbe essere assegnato ai miei compagni e agli allenatori che mi hanno messo nelle condizioni ideali per giocare a questo livello”.

Otto anni fa approda tra le stelle del basket. E non certo da atleta modello. Lui stesso confessa del vizio di bere “più di tre litri di Coca Cola al giorno”. Pigro, forse. Talentuoso, certamente. Ha le sembianze del dopolavorista, ma forse è giunto da un altro pianeta. O dal futuro. Nel senso che vede traiettorie prima degli altri. Le sue giocate e i suoi assist è roba che va oltre la fisica. E il fisico, ma Nikola se ne frega. Non a caso, un giorno, dice: “Stavo dormendo quando mi hanno scelto al Draft, non pensavo nemmeno di arrivarci in Nba. Ho capito solo al secondo anno che potevo rimanerci. Nel primo rimbalzavo come una trottola dalla parte all’altra, senza capire molto di quello che mi stava succedendo. Un giorno ero così stressato che mi hanno detto di andare a casa a riposarmi, invece io ho pensato che mi avessero cacciato e mi sono chiesto se era normale, se valevo davvero l’Nba”.

In un’intervista alla Gazzetta racconta che non c’è solo la palla da basket tra le sue passioni: “Anche quando gioco seguo le corse, dei miei cavalli e degli amici che ho incontrato in Italia e negli Usa. I cavalli mi permettono di tenere la testa lontana dal basket quando ne ho bisogno, di rimanere calmo e rilassato. Li amo davvero, penso che sarà quello a cui mi dedicherò una volta finita la carriera”.

Ora, all’orizzonte, l’obiettivo è il titolo con Denver. Questa la mission di un centro che vede la pallacanestro con occhi diversi. E una testa diversa. Fuori dagli schemi. Un alieno che, da piccolo, cercava ragazzi con cui giocare al campetto. Un campetto dove sicuramente tornerebbe. E stavolta lo troverebbe gremito.

Aggiornato il 26 maggio 2023 alle ore 16:20