WhatsApp finisce nel mirino Antitrust

L’Antitrust vuole vederci chiaro, perché ancora non è certo se WhatsApp abbia di fatto costretto i suoi utenti ad accettare integralmente i nuovi termini contrattuali, in particolare la condivisione dei propri dati personali con Facebook, facendo loro credere con un messaggio visibile all’apertura dell’applicazione che sarebbe stato altrimenti impossibile proseguire nell’uso dell’applicazione medesima.

Dunque l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato due procedimenti istruttori nei confronti dell’azienda americana. Il primo è appunto mirato ad accertare i termini di condizioni d’uso, l’altro riguarda in particolare la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente per il professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del Foro competente sulle controversie che ad oggi è stabilito esclusivamente presso i tribunali americani.

“Gli utenti che sono già utenti attuali possono scegliere di non condividere le informazioni del proprio account WhatsApp con Facebook per migliorare le proprie esperienze con le inserzioni e i prodotti di Facebook. Gli utenti attuali che accettano i nostri termini e informativa sulla privacy aggiornati, avranno ulteriori 30 giorni di tempo per fare questa scelta andando nelle Impostazioni Account”. Si legge sul sito del social con più di un miliardo di utenti registrati.

“Siamo fiduciosi di rispettare le leggi vigenti”, ha detto inoltre un portavoce dell’azienda WhatsApp, “aspettiamo di poter rispondere presto alle domande delle autorità”.

A mostrare evidenti preoccupazioni in merito, anche il gruppo dei Garanti Ue per la Privacy, che avrebbe chiesto delucidazioni a WhatsApp sulla condivisione delle informazioni degli utenti scritti (numeri di telefono in particolar modo) con la casa madre Facebook.

In attesa che “vengano assicurate protezioni legali appropriate”, al fine di evitare di infrangere la legge sulla protezione dei dati dei cittadini europei, l’Europa ha dunque chiesto che venga interrotta tale condivisione di informazioni, intrapresa da quando il servizio di messaggistica istantanea è stato acquisito dal social in blu nel 2014.

Nel caso in cui l’Antitrust accertasse gli illeciti, il Codacons ha annunciato di voler avviare una class action nelle opportune sedi legali contro l’azienda per risarcire gli utenti italiani. “Se l'Autorità accerterà la violazione delle normative vigenti in fatto di gestione dei dati personali e la vessatorietà di alcune clausole inserite nei 'Termini di utilizzo' di WhatsApp Messenger, sarebbe evidente la lesione dei diritti dei consumatori che utilizzano il servizio”, ha spiegato infatti il presidente del Codacons Carlo Rienzi.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 03:01