Zuckerberg in Italia, riavvolgiamo il nastro

sabato 19 novembre 2016


Mister and Miss Facebook erano arrivati in Italia sull’onda di una sfera di cristallo, come se avessero programmato la visita in corrispondenza del terremoto. Che si trattasse di intortare il Papa, il Premier o professori e studenti della Luiss, tutti i loro discorsi e battute di circostanza - scritte, pronte e recitate - giravano attorno alla prevenzione delle catastrofi. Mark Zuckerberg e Priscilla Chan, come marionette banali plastificate dai vividi riflessi al neon sull’incavo guancia e fronte, hanno descritto la bontà del sistema Safety check che acutamente equipara i disastri della natura al terrorismo. Un’app apposita faceva scendere a comando lacrime numerate sulla guancia ambrata robotica, all’ordine audio “stato molto triste”.

Rispetto alla natura, meglio ovviamente la plastica, materia di cui sembravano fatti i coniugi Zuckerberg, inclusi jeans, t-shirt grigie e completi neri degni dei Men in Black. Mark e Priscilla forse un tempo erano umani, ma più orribili. Dopo aver abusato del riconoscimento facciale taggato per il riconoscimento d’identità, fortunatamente i pixel hanno preso il sopravvento sui pori.

Davanti ad una platea studentesca impazzita in un delirio degno delle quants di fronte ai Beatles, il Ceo di Facebook ha sciorinato l’assegno da 500mila euro alla Croce Rossa, già pronto alla partenza dalla California. Per affrontare il tema minato dell’amatriciana solidale, il Dummy Nerd globale si è fatto sostenere tramite auricolare da una guida nostrana, come faceva Ambra con Gianni Boncompagni ai tempi di “Non è la Rai”. Ben informato delle pratiche familistiche italiote, il nostro “Zuck” si è inventato un’improbabile mamma, sullo stile terminator, che gli avrebbe intimato la mission umanitaria. E grazie ai suggerimenti del bugiardino Renzi si è lanciato nell’“IloveRome” e nell’invenzione di studi di storia latina e cultura romana, quando in realtà si è laureato in informatica. Dandosi di gomito con il presidente del Consiglio, hanno sogghignato sul social De Amicitia di Cicerone, divenuto precursore di Facebook. Per scoppiettare insieme sulle solite balle sul volano per il business italiano, la ricerca in Europa, impiegati solo a Barcellona per 29 milioni di profili nostrani e 71 miliardi di fatturato in America.

Gli studenti della Luiss, emozionati di stare nel reality Question & Answer, hanno guardato al burattino americano come un semi-dio. soprattutto quando levitava a 5 centimetri da terra, in posizione sorriso pieno da un orecchio all’altro. Ed è stato allora che il nostro Zuck seriamente è entrato nello stato normale - quello agit-pubblicità - per spiegare che il suo social nel futuro, dopo aver eliminato le chiacchere vis a vis, distruggerà anche la passeggiata in centro, grazie alla realtà virtuale destinata in 20 anni a far vivere in un posto senza esserci fisicamente per incontrare qualcuno, “come se foste nello stesso posto”. Anche al Papa Zuckerberg ha provato a fare lo stesso discorso regalandogli un drone ad energia solare della serie Aquila, che se può portare connettività Internet e bombe intelligenti, può far cadere anche acqua benedetta sui “luoghi che non ce l'hanno”. E Francesco si è ricordato dei Zuchenam, Zuchenberg, Zachnam, avatar vagabondi tra Argentina e Uruguay, buffi crucchi mezzo semiti che parlavano da soli. Guarda che strada, anzi plastica che si sono fatti.


di Giuseppe Mele