Travestirsi da sedili sulle auto driverless

sabato 22 aprile 2017


È di appena qualche giorno fa la notizia che Apple ha chiesto e ottenuto il permesso di provare le sue auto senza conducente sulle strade della California e, insieme alla casa di Cupertino, in corsa per la commercializzazione delle macchine autonome, ci sono anche Tesla, Uber e Waymo.

Per non farsi cogliere impreparati dalla svolta tecnologica più promettente del ventunesimo secolo, occorre però non solo testare i veicoli, ma molto più le reazioni dei pedoni alla vista delle nuove vetture. Ci ha pensato Don Norman, 81enne direttore del Design Lab della University of California, già vicepresidente del gruppo di tecnologie avanzate di Apple negli anni Novanta, e l’ha fatto in un modo davvero curioso. L’esperimento, sostenuto nei campus di Stanford e dintorni per circa diciannove giorni, è stato effettuato “travestendo” i guidatori da sedile, così come aveva fatto anni fa un ragazzo per prendersi gioco dei dipendenti di un fast food, caricando poi il video su YouTube.

Grazie alle videocamere installate sul tetto dell’auto, è stato possibile verificare che, ogni volta che la vettura driverless si ferma in prossimità delle strisce pedonali, la maggior parte delle persone non ha nemmeno prestato caso al veicolo dal conducente “fantasma”.

“Le persone – ha spiegato Don Norman – sono impassibili di fronte alle auto senza pilota, a patto che le azioni del veicolo siano chiare”.

Durante la seconda fase dell’esperimento, in cui invece di far fermare la macchina un metro prima delle strisce, è stato sperimentato l’arresto del veicolo proprio sopra alle stesse, i pedoni sono risultati infatti decisamente più aggressivi e “qualcuno ha addirittura deciso - più prudentemente - di passarle dietro”.

A dare un interessante spunto per il perfezionamento delle macchine del futuro, inoltre, l’incontro con un motociclista a Milano. “Un’anziana signora attraversava lentamente sulle strisce e al verde era ancora in mezzo alla strada. Le auto sono rimaste in attesa, ma un motociclista ha fatto ruggire il motore. Ho pensato: è una buona strategia, un’aggressività sicura che trasmette il messaggio senza creare una situazione di pericolo”, ha aggiunto l’ex manager della Apple, il quale ha pertanto suggerito agli ideatori di auto senza conducente che queste ultime possano, per poter comunicare ai pedoni messaggi chiari, simulare motori rombanti o muoversi avanti e indietro con impazienza.

La fase più pericolosa sarà pero quella intermedia, in cui per le strade gireranno auto non del tutto autonome. Del resto, malgrado qualcuno creda ancora che in questi casi sarà la mano dell’uomo a porre rimedio all’emergenza, quarant’anni di studi scientifici spiegano e dimostrano che gli umani, se inattivi a lungo, non sono in grado di intervenire in tempo.


di Maria Giulia Messina