I social ai tempi del Covid-19

No, nei social non sono sufficienti i commenti dei neo-virologi che fino all’altro ieri si occupavano (sì e no) di calcio in qualche bar di periferia.

No, in questa fase difficilissima di Covid-19 possono anche incontrarsi esperti del nulla che, per rafforzare le loro farneticanti teorie sul nefasto virus, condividono gli altrettanto deliranti pareri di siti ai quali non darebbe fiducia neppure un chiodo arrugginito. Incredibili teorie tratte da “autorevoli” fonti modello Pluto lo scienziato, I tre porcellini infermieri, Zorro già indossava la mascherina, Terzilli e la rianimazione e similari. Erano solo esempi di fantasia, ma vi assicuro che in rete si trova anche di peggio.

E poi non possono mancare quelli che senza polemica politica sembrerebbero proprio non poter stare: a sinistra come a destra. E allora ecco che provare a confutare una tesi in maniera civile vuol dire ritrovarsi ad essere subito bollato come comunista, piddino e, quando va male, anche zingarettiano. Dall’altra parte ti bollano tout-court come fascista e passa la paura.

Ma è normale che non si possa più dialogare in maniera civile, senza etichettare (spesso anche senza conoscere l’interlocutore) gli altri? È naturale che, alla ricerca di argomentare pacatamente su un qualsiasi argomento, ci si ritrovi di fronte all’insulto gratuito o all’ingiustificato marchio?

Su, siate bravi, curatevi un po’, andate da qualche specialista che vi saprà sicuramente aiutare: l’essenziale è che il professionista non si chiami Thomas Facebook.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 10:40