Ritratti. Sensible Soccer: viaggio nella leggenda

“Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?”. Questa frase chiuderà il cerchio di Stand by me – Ricordo di un’estate film cult del 1986 di Rob Reiner tratto dal racconto The body di Stephen King. Parole che spesso si sono rincorse in quella stanza dove adesso sono ammassati libri e che, anni prima, ha custodito una pietra miliare che ha aperto la breccia di molti cuori negli anni Novanta. Ovvero Sensibile Soccer, videogioco per Amiga e Atari St: una botta di vita, una accelerata di emozioni in un’epoca dove Microprose Soccer ed Emlyn Hughes International Soccer (1988) sembravano dettare legge. È vero, probabilmente un passaggio di consegne è avvenuto con Fifa International Soccer e Kick Off 2 (quest’ultimo sviluppato da Dino Dini) ma ciò che è avvenuto dopo è – e resta – qualcosa di irripetibile. Poi fu la volta di Sensible World Of Soccer e una sigla intramontabile: “You’re a goalscoring superstar hero, you let your hair down and play to the fans.

Con Sensibile World Of Soccer c’era la possibilità di creare campionati e coppe (la Coppa Uovo rimarrà qualcosa di sublime) con un assaggio manageriale che dava quel qualcosa in più. E poi la visuale dall’alto, oltre mille squadre da scegliere, centinaia di nazionali, le stelle in squadra, l’opportunità di cambiare colore di pelle e capelli, un minimo di controllo di palla, il gol di testa in tuffo che mandava in estasi e che, allo stesso tempo, scatenava le ire nel palazzo visto il troppo chiasso (ma alla fine, chissenefrega). 

Jon Hare, papà di Sensible Soccer, in una intervista su Rolling Stone ha detto: “Mi succede ancora oggi di incontrare fan hardcore che mi dicono di avere trascorso centinaia di ore a giocare a Sensible Soccer in compagnia di amici. È sempre un piacere ascoltare le loro storie. Il pubblico moderno è invece molto diverso. Specialmente su cellulare non esiste la cultura del multigiocatore contro un avversario che si trova nella stessa stanza, aspetto su cui Sensible World Of Soccer ha costruito parte delle sue fortune”.

Già: minuti, secondi davanti allo schermo, tra joystick sfasciati e sfottò un tanto al chilo, con in sottofondo Nirvana e Alice in Chains. Tutto in una stanza, quella stanza in cui sono ammassati libri e dove adesso risuona “vorrei andare solo in un posto dove nessuno mi conosce”. Proprio come detto da River Phoenix, alias Chris Chambers, in quel Stand by me – Ricordo di un’estate. Lontano dal mondo, con gli stessi amici che uno aveva a 12 anni, tutti pronti per una sfida. E poi un’altra. E un’altra ancora.

(*) Foto in alto pagina Facebook Mundial Style Football

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 11:16