Battaglie Internet sulla comunicazione

L’algoritmo della discordia. Tanti i fautori, forse di più i perplessi o contrari. Applicato di recente nel mondo del calcio per assegnare una valutazione economica ai giocatori non è stato ritenuto dal Tribunale federale della Figc uno strumento valido di giudizio. Nella compravendita di un calciatore ci sono troppe variabili che sono di competenza delle singole società. Se applicato nelle manovre economico-finanziarie per valutare i valori economici in campo la contesa diventa un caso politico. Cosa c’è dietro la maxi-offerta di acquisto del social network Twitter da parte del miliardario Usa Elon Musk, l’industriale dell’auto elettrica e delle iniziative per le spazio che ha fondato Tesla e Spacex? Non è soltanto un’operazione economico-finanziaria da 42 miliardi di dollari. Il controllo della rete sociale Twitter di San Francisco (circa 200 milioni di utenti) significa diventare l’imprenditore più potente nel campo dell’informazione.

La scalata allarma. Il Cda di Twitter per difendersi ha rispolverato una contromossa poco usata: il “Poison pill”, ossia la cosiddetta pillola avvelenata che consente agli azionisti di acquistare azioni aggiuntive a un prezzo di favore contro chi supera il 15 per cento. Lo scontro coinvolge un aspetto di grande rilievo nel mondo della comunicazione digitale. L’obiettivo di Musk è quello di “rendere pubblico il meccanismo dell’algoritmo che seleziona i contenuti di Twitter”. Dietro la battaglia economica c’è anche quella politica. La piattaforma è considerata da una parte dell’imprenditoria Usa troppo orientata o condizionata dalla sinistra liberal, anche se il fondatore Jack Dorsey continua a dichiararsi amico di Musk che politicamente è vicino ai repubblicani.

L’imprenditore Musk contesta l’indirizzo dell’azienda più popolare del mondo accusando il vertice di mettere un bavaglio all’informazione con le sue direttive sulla correttezza del linguaggio e il rispetto dell’equità sociale. La portata del tentativo di scalata e il rifiuto espresso dal ceo Parag Agrawal che ha considerata “indesiderata” l’offerta ha accesso i riflettori della Sec, il cosiddetto poliziotto Usa della Borsa.

La vicenda ha aperto una riflessione sullo sviluppo dei social network. Sul tavolo degli analisti c’è un rapporto dell’Unesco sulle tendenze globali nella libertà di comunicazione. “I social, scrivono gli esperti dell’organismo delle Nazioni Unite, rappresentano una minaccia esistenziale per la sopravvivenza dei media professionali. C’è un enorme spostamento delle entrate pubblicitarie verso le piattaforme Internet. Google, Facebook raccolgono ormai la metà circa di tutte le spese pubblicitarie digitale globale. Negli ultimi 5 anni i ricavi pubblicitari dei giornali si sono dimezzati”.

Si muove anche l’Europa. Riflettori puntati dell’Antitrust della Commissione europea guidato da Margrethe Vestager sull’accordo tra Google e Facebook denominato “Jedi Blue”. L’intesa tra le due “big ten” americane potrebbe viziare il finanziamento delle aste in tempo reale e la determinazione dei prezzi degli spazi pubblicitari on line sulle pagine web e sulle app. E se si aggiunge Amazon si arriva ad una specie di oligopolio che controlla circa l’80 per cento delle inserzioni mondiali. Altra operazione in corso è quella partita da porto di Genova per la realizzazione del super-cavo da 45mila chilometri per Internet veloce, che coinvolgerebbe miliardi di persone. La struttura dovrebbe diventare un elemento strategico del sistema centrale delle telecomunicazioni globali.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 11:16