“Megalopolis” di Coppola mette in scena il declino dell’America

Sesso, utopia e violenza. Sono gli ingredienti di un film che si annuncia “storico”. Il più atteso al prossimo Festival di Cannes. Megalopolis, il 26° lungometraggio di Francis Ford Coppola è stato definito urticante, metafisico, sperimentale, meraviglioso, eroticamente disturbante, inclassificabile. Un film, da sempre voluto da Coppola, che ha avuto una gestazione di quarant’anni. Narra un parallelo ideale tra la civiltà dell’antica Roma e quella americana, alle prese con le rispettive decadenze. È l’utopia di un mondo migliore dopo un’apocalisse e infine, la storia di una donna, Julia Cicero (Nathalie Emmanuelle), divisa fra due visioni del mondo, del padre e dell’amante, che più diverse non potrebbero essere. Il padre Cicero (Giancarlo Esposito), sindaco conservatore di una New York distrutta da una catastrofe, ha una visione classica e conservatrice della società, mentre l’amante, Caesar (Adam Driver), è un giovane architetto idealista che vuole rifondare la città nel segno dell’utopia. Nel cast di questo film ammantato di nichilismo, tra Metropolis e Blade Runner figurano anche Dustin Hoffman, James Remar, Laurence Fishburne e Chloe Fineman.

Il film ispirato all’antica Roma anche nei costumi ha ricevuto una tiepida accoglienza dai distributori a Los Angeles al grido di: “Non c’è modo di posizionare questo film”. E se i grandi distributori restano freddi, quelli indipendenti non hanno certo la forza di investire per la sua promozione 40 milioni per il solo mercato Usa, a cui se ne devono aggiungere 100 a livello mondiale. Ma Coppola, che ha investito di tasca propria 120 milioni di dollari, non sembra scoraggiato: “Per Apocalypse Now è stato lo stesso”, ha detto il regista. “C’erano anche allora opinioni molto contraddittorie da parte del pubblico che però non ha mancato di andare a vedere il film”. Megalopolis, una sorta di Apocalypse Now parte II, prende spunto poi da La congiura di Catilina di Gaio Crispo Sallustio, come ha ribadito più volte il regista innamorato dell’antica Roma. “Megalopolis propone un interrogativo fondamentale”, ha detto Coppola alla rivista Deadline.

“La società in cui viviamo – s’interroga Coppola – è davvero l’unica alternativa possibile per noi? In questo senso l’utopia che il film propone non è così folle, ma solo il frutto di persone che si fanno giuste domande sulla società in cui vivono, chiedendosi se è davvero l’unica alternativa”. L’America oggi, secondo Coppola, è la nuova Roma, con tutte le guerre vinte e la sua tecnologia all’avanguardia: “Si è sempre detto quando cadrà Roma cadrà il mondo. La stessa cosa vale per l’America, se cadesse o finisse nelle mani di qualche stupido dittatore, quali ripercussioni potrebbero esserci nel mondo?”.

Aggiornato il 24 aprile 2024 alle ore 17:47