Palestina all’Onu: il veto americano

Detto, fatto. Il vice-portavoce del Dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, come riferito dalla Cnn, fa sapere che gli Stati Uniti avrebbero votato “no” alla proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza per l’ammissione della Palestina alle Nazioni Unite. E così è: gli Usa bloccano, con il veto, la bozza di risoluzione. Il testo, per la cronaca, vede 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone) e 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera). La bozza, presentata dall’Algeria, “raccomanda all’Assemblea generale che lo Stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Tecnicamente, per ottenere il cosiddetto “disco verde” la bozza avrebbe dovuto ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di sicurezza (nove sì, nessun veto) ed essere approvata dall’Assemblea generale (maggioranza dei due terzi).

Non mancano le reazioni. Hamas, in primis, condanna il veto americano. E in un comunicato dice: “Il nostro popolo proseguirà nella sua lotta fino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale”. Critiche giungono pure dall’Autorità palestinese che al timone ha Abu Mazen. Così una nota: “Questa politica aggressiva degli Stati Uniti nei confronti della Palestina, del suo popolo e dei suoi diritti legittimi rappresenta un palese attacco al diritto internazionale e un incoraggiamento alla continuazione della guerra genocida contro il nostro popolo (…) che spinge ulteriormente la regione sull’orlo dell’abisso”.

ISRAELE E IRAN

Nel frattempo, vengono avvertite delle esplosioni a Esfahan, ossia nell’area centrale dell’Iran. Dalle informazioni raccolte, lo spazio aereo su Teheran viene chiuso per alcune ore. L’Iran, dal canto suo, riferisce dell’abbattimento di alcuni droni e che non c’è “nessun attacco missilistico”. L’esercito israeliano per ora non commenta. Itamar Ben Gvir, ministro israeliano della Sicurezza nazionale, su X avrebbe definito con un “moscio” il raid. L’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, conferma “che non vi sono danni ai siti nucleari dell’Iran”. Questo il messaggio su X, dove viene specificato che “il direttore generale Rafael Grossi continua a chiedere a tutti un’estrema moderazione e ribadisce che gli impianti nucleari non dovrebbero mai essere un obiettivo nei conflitti militari. L’Aiea sta monitorando la situazione molto attentamente”.

Da segnalare la richiesta, da parte dell’Australia, di lasciare subito Israele: “C’è una elevata minaccia di attacchi terroristici e militari contro Israele e gli interessi di Israele nella regione. Le condizioni di sicurezza potrebbero deteriorarsi velocemente. Chiediamo agli australiani che stanno in Israele o nei Territori occupati palestinesi di partire se è possibile”.

Aggiornato il 19 aprile 2024 alle ore 10:27