Regionali in Basilicata: crollo del Partito moralista

Ecco alcune considerazioni a freddo sulle elezioni regionali in Basilicata. Dopo le numerose topiche del Movimento cinque stelle e gli scandali che hanno colpito il Partito democratico, il risultato era alquanto scontato. In effetti, ha vinto il centrodestra col 56,63 per cento dei voti, e il governatore Vito Bardi ha avuto partita facile: ha quattro lauree, ha governato col favore delle persone, guida una Regione che, a differenza della Puglia della Xylella, della mala gestione dell’affaire Ilva e del No al gasdotto Tap, ha saputo amministrare le proprie fortune senza ideologismi, ma badando ai risultati. Il disastro del centrosinistra non è stato sviscerato dai media: eppure i Cinque stelle passano dal 44,36 per cento del 2018 a meno dell’8 per cento.

Il Pd non raggiunge il 14 per cento, al di sotto dei centristi di Azione e Italia viva, il che testimonia l’insuccesso del massimalismo rappresentato da Elly Schlein, ma non solo da lei. Tra gli scandali che hanno colpito il Pri (Partito moralista italiano) brilla l’ultimo, che è legale, visto che i finanziamenti per i deputati del Pd sono stati regolarmente registrati e denunciati. Ma se pur non c’è dolo, rimane la questione politica: come mai l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’ex candidato presidente Bernie Sanders, attuale presidente della Commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni del Senato, avrebbero appoggiato tramite una fondazione un partito che ormai è divergente dalla politica estera americana sia in Ucraina sia tra Gaza e Israele, e che con Massimo D’Alema dimostra di non convergere con gli Usa e l’Unione europea sullo stop alla Via della Seta cinese?

Sanders, tra l’altro, è più a sinistra di Avs (Alleanza Verdi Sinistra), partito che tra gli altri fu battezzato da D’Alema e Pier Luigi Bersani. E che è incappato in incidenti di percorso come quello dell’onorevole Aboubakar Soumahoro. Sanders dovrebbe essere quasi un proletario della Pennsylvania, più che un donatore alla Bill Gates, il quale ultimo comunque non finanzia politici, ma azioni di correzione sociale o ambientale in Africa o Amazzonia. Capisco che tra i sindaci o deputati finanziati dagli americani c’è una componente radicale e integrale, se non integralista, ma comunque non vedo una logica che motivi questo flusso di denaro a favore di deputati freschi di nomina. Non parliamo degli aiuti di Henry Kissinger alla vecchia Democrazia cristiana o di quelli sovietici al Partito comunista italiano. Per fortuna, in questo caso gli aiutini non sono quelli della Russia putiniana, in favore di intellettualoidi e politicastri italiani anche di centrodestra. Diciamo quindi che, se non altro, è meglio essere aiutati da Obama che dalla Russia unita. Comunque, vien da storcere il naso e consolarci alla maniera di quel tale che disse: “Che cxxo che ho avuto. Mi hanno tagliato soltanto una gamba!”.

Aggiornato il 24 aprile 2024 alle ore 13:40