La vera storia di Israele

giovedì 19 aprile 2012


«Furono gli arabi a vendere terre incolte e improduttive agli ebrei». Così nacque il primo embrione dello stato di Israele. 

Haj al-Amin al-Husseini è ricordato per tre cose: avere dato il via alla costituzione del corpo delle Ss islamiche, avere chiesto a Mussolini di aiutarlo in un'operazione di intelligence che prevedeva l'avvelenamento dell'acquedotto di Tel Aviv, ed essere stato lo zio di Arafat oltre che il gran muftì di Gerusalemme. Nessuna di queste categorie dello spirito contempla alcun amore verso gli ebrei. Quindi le sue parole davanti alla Commissione Peel, incaricata nel 1937 di indagare le cause dei disordini tra ebrei e arabi in quella che allora era conosciuta come Palestina, risultano attendibili. Il muftì rese una testimonianza straordinaria: la maggior parte della terra in possesso degli ebrei, accusati di furto, fu in realtà comprata ai latifondisti arabi. E gli arabi furono, secondo le definizioni degli avvocati, «ben disposti venditori». Nella relazione finale della Commissione, reperibile su Internet in inglese, si fa questa importante osservazione: «...la popolazione araba mostra un notevole aumento dal 1920, ed ha beneficiato della prosperità della Palestina. Molti proprietari terrieri arabi hanno beneficiato della vendita di terreni, ottenendo un investimento redditizio dal prezzo d'acquisto. La condizione dei fellah (i contadini arabi, ndr) è nel complesso migliorata rispetto al 1920. Questo progresso arabo è stato in parte dovuto all'importazione di capitale ebraico in Palestina e da altri fattori associati con la crescita della Nazione ebraica. In particolare, gli arabi hanno beneficiato dei servizi sociali che non avrebbero potuto essere erogati su larga scala senza le entrate ottenute dagli ebrei [...] Gran parte del territorio (coltivato dagli ebrei, ndr), ora piantato a aranceti, era costituito da dune di sabbia o da paludi, incolto al momento dell'acquisto [...] Al tempo delle prime vendite, non esistevano prove evidenti che i possessori avrebbero avuto le risorse per poter sviluppare quelle terre. La mancanza di terra lamentata dagli arabi [...] era dovuta non tanto alla quantità di terreno acquistato dagli ebrei ma piuttosto all'aumento della popolazione araba». 

È interessante invece adesso rileggere le domande e le risposte di quella sorta di intervista che la Commissione Peel fece allo zio di Arafat in occasione della recrudescenza degli scontri tra popolazione araba e di religione ebraica nella seconda metà degli anni '30. L'intervista ad al-Husseini, il 12 gennaio 1937, fu conservata nelle note della Commissione e se ne fa riferimento, anche se non pubblicato, nella relazione completa. È stata riesumata anche da un buon numero di studiosi, tra cui Kenneth Stein, La questione della terra in Palestina 1917-1939 (Univ. of North Carolina Press, 2009) e Howard M. Sachar, Storia di Israele dalla nascita del sionismo al nostro tempo (Alfred A. Knopf, 1976), e una dettagliata analisi di citazioni dall'intervista si trova nella Aaron Kleiman The Palestine Royal Commission, 1937 (pubblicazioni Garland, 1987). Sir Laurie Hammond, un membro della Commissione Peel, intervistò il muftì a proposito del suo insistente ricorso alla Commissione sul fatto che «i sionisti stavano rubando la terra araba, trasformando i contadini in senza tetto». Eccone un estratto significativo: 

Sir L. Hammond: «Volete darmi ancora i dati in merito alla terra? Vorrei sapere quanta terra fu tenuta dagli ebrei prima dell'occupazione».
Muftì: «Al momento dell'occupazione degli ebrei tennero circa 100mila dunam (un dunam equivale a mille metri quadrati, ndr)».
H: «In che anno?»
M: «Alla data dell'occupazione britannica».
H: «E ora sono sono titolari di quanto?»
M: «Circa 1.500.000 dunam: 1.200.000 dunam già registrati a nome di titolari ebrei, e 300.000 dunam che sono oggetto di accordi scritti, e che non sono stati ancora registrati al catasto. Ciò non include, ovviamente, la terra che fu assegnata, circa 100.000 dunam».
H: «Cosa? 100mila dunam furono assegnati? E non sono inclusi nei 1.200.000 dunam? Il punto è questo. Lei dice che nel 1920 al momento dell'occupazione, gli ebrei detenevano solo 100.000 dunam, è così? Ho chiesto i dati del catasto su quanta terra era proprietà degli ebrei al momento dell'occupazione. Sarebbe sorpreso di sapere che figurano non 100mila, ma 650mila dunam?»
M: «Può darsi che la differenza sia dovuta al fatto che molte terre sono state acquistate con contratti che non sono stati registrati».
H: «C'è una bella differenza tra 100mila e 650mila».
M: «In un caso hanno venduto 400mila dunam in un lotto solo».
H: «Chi? Un arabo?»
M: «Sarsuk. Un arabo di Beirut».
H: «Sua Eminenza ci ha dato l'immagine di arabi sfrattati dalle loro terre e di villaggi spazzati via. Quello che voglio sapere è: il governo della Palestina, l'Amministrazione, acquistò la terra e la consegnò poi agli ebrei?»
M: «Nella maggior parte dei casi i terreni erano stati acquisiti».
H: «Voglio dire, l'acquisizione forzata della terra sarebbe stata acquistata per scopi pubblici?»
M: «No».
H: «Non ottenuti mediante acquisizione forzata?»
M: «No».
H: «Ma queste terre, pari a circa 700mila dunam sono state effettivamente vendute?»
M: «Sì, furono vendute, ma il paese fu posto in condizioni tali da facilitare tali acquisti».
H: «Io non capisco bene cosa intende dire. Sono stati venduti. Chi li ha venduti?»
M: «Proprietari terrieri».
H:  «Arabi?»
M: «Nella maggior parte dei casi  arabi».
H: «C'è stata costrizione a vendere, di qualsiasi tipo? Se sì, da chi?»
M: «Come in altri paesi, ci sono persone che per forza di cose, ragioni economiche, vendono la loro terra».
H: «Tutto qui?»
M: «Gran parte di queste terre appartengono a proprietari terrieri che hanno venduto il terreno malgrado i loro inquilini, che sono stati sfrattati con la forza. La maggioranza di questi proprietari non erano residenti ed hanno venduto la loro terra a scapito dei loro inquilini. Non palestinesi, ma libanesi».
H: «Sua Eminenza è in grado di fornire alla Commissione una lista delle persone, degli arabi che hanno venduto le terre, a parte i proprietari assenti?»
M: «Sì è possibile».

Alla ricostruzione storica manca ancora un ultimo tassello: quella lista di proprietari e latifondisti arabi che vendettero la terra ai progenitori dello stato di Israele. Prima o poi salterà fuori. Le menzogne di oltre sessant'anni di panarabismo filosovietico e di ideologismo islamista stanno forse per arrivare al capolinea.


di Dimitri Buffa