“Scienziati che hanno cambiato la storia”: un libro pop

lunedì 3 maggio 2021


“In futuro tutti saranno famosi per quindici minuti”. Così diceva Andy Warhol, fondatore della Pop Art. Per la lettura di questo articolo serviranno meno giri di lancette d’orologio, nonostante si parli di personaggi che hanno fatto la storia. O meglio, “Scienziati che hanno cambiato la storia” (Gribaudo): un libro messo a punto da Dk (Dorling Kindersley) con la consulenza di Chris Woodford, laureato a Cambridge in Scienze naturali.

In 320 pagine c’è un condensato di sogni e scoperte senza precedenti, forgiate da chi ha lavorato senza sosta per raggiungere un obiettivo e da chi ha superato traguardi “quasi per caso”. Un punto di vista “privilegiato” su vite, motivazioni, ispirazioni di donne e uomini che hanno cambiato il mondo, da Talete alle teorie del tutto.

“L’importante è non smettere di porsi domande” sosteneva Albert Einstein, padre della teoria della Relatività e uno dei più grandi fisici del XX secolo. Una riflessione ancor più attuale, in mondo contemporaneo dominato da apparenza, social e complotti fantasmagorici: “Nella loro sete di conoscenza, i filosofi dell’antica Grecia furono i primi a tentare di spiegare la realtà, ma molti concetti erano inaccurati e il metodo filosofico non si basava su prove sperimentali”.

Dagli albori al progresso delle idee, da Galileo Galilei “che smentì la teoria aristotelica sulla caduta dei gravi” a Isaac Newton che dette impulso alla rivoluzione scientifica del primo periodo moderno, “proponendo leggi del moto e della gravitazione universale che stravolsero la nostra concezione del mondo”. Fino ai giorni nostri, con Tim Berners-Lee, ossia colui che dette vita al World wide web: “Dopo la laurea lavorò come ingegnere software per varie aziende britanniche, poi nel 1980 si unì come consulente Cern (l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, oggi celebre per ospitare il Large Hadron Collider). Mentre si cimentava con le esigenze di comunicazione interna del personale internazionale del laboratorio, ebbe l’idea che rivoluzionò il mondo”.

Proprio così: “Sviluppò Enquire, un software in grado di conservare le informazioni e tracciare le connessioni tra il personale e i progetti del Cern. Pur esistendo solo nel computer di Berners-Lee, Enquire era la prova che i documenti raccolti in Internet – una rete fisica di computer che, dal lancio nel 1963, stava crescendo a ritmo costante – in futuro potevano essere consultati da chiunque possedesse un dispositivo informatico”. Fino al 1989, anno in cui “propose di modificarlo nel World wide web, un programma che consentiva agli utenti di accedere a informazioni via Internet, usando un browser”. Con una certezza, spiegata dallo stesso Berners-Lee: “Il web non si limita a collegare macchine, collega persone”.

Alexander Fleming, Leonardo da Vinci, Galeno e Patricia Bath. Un viaggio unico, dalla chimica alla genetica, con un mix di testi e immagini “dal fortissimo impatto visivo”. Un libro per tutti, un libro pop. Dedicato a chi è famoso da oltre quindici minuti. Diciamo pure da secoli, che non sono nulla rispetto all’eternità.


di Claudio Bellumori