I Giardini della Mortella: un pegno d’amore

lunedì 3 maggio 2021


Il Giardini della Mortella testimoniano la storia di un amore incredibile, sbocciato all’improvviso fra due persone che vivevano in luoghi lontani e avevano vissuti completamente diversi, ma nella vita niente accade per caso. Susana, ragazza di ottima famiglia, nel settembre del 1948 aveva appena ventidue anni, ma era già laureata e lavorava al British Council di Buenos Aires. Una mattina, che sembrava come tutte le altre, incontrò un inglese di quarantasei anni: si chiamava William Walton e aveva varcato l’Oceano per un concerto, infatti era un celebre compositore.

Fu un amore a prima vista e pochi mesi dopo la bella fanciulla argentina e l’affermato musicista convolarono a nozze. Fu così che Susana ipotizzò di trasferirsi col marito a Londra. Lui, però, non amava le metropoli, intossicate dai rumori, sconvolte dalle luci che violentavano la notte, impedendo di emozionarsi di fronte a una falce di luna o a un cielo stellato. William aveva un sogno: vivere in una qualche località del Golfo di Napoli fra l’oro delle ginestre, l’azzurro mare e il bruno delle rocce, generate dal fuoco. Quello poteva essere il loro nido d’amore e il “buen retiro”, dove comporre nuove opere.

La scelta di andare a vivere a Ischia fu dovuta al caso: un impiegato dell’agenzia di viaggi di Thomas Cook offrì ai coniugi l’affitto di una casa sull’Isola, pianoforte e custode compresi, a un prezzo ragionevole. Così, arrivarono sul Golfo di Napoli nell’inverno del 1949 e vi restarono circa 10 anni in una casa a San Francesco a Forio. Vi abitavano prevalentemente in inverno, la stagione ideale per William per comporre nel silenzio di una stanza con la vista sui monti. Nel 1959 pensarono di acquistare un terreno e di costruire una casa con un giardino, scelsero una valle incastonata fra le rocce e aperta a Ovest. Tanto che ogni sera il sole morente spennellava di luce ogni cosa. La località era Zaro a Forio, quel posto somigliava a un gigantesco vaso di fiori scolpito nel torrente di lava, la collina sovrastante era uno sperone di trachite vulcanica che proteggeva il recesso dai venti aquilonari.

Gli sposi decisero di costruire l’abitazione sulla collina, tra due grandi rocce e ai piedi della casa avrebbero organizzato un vasto giardino, lussureggiante di vegetazione. Il noto architetto Russell Page realizzò i loro sogni, progettando un rigoglioso giardino esotico, scavato nella roccia. Sotto l’abile direzione di Page, che in dieci anni venne tre volte a Ischia, sorse così un luogo delle meraviglie, dove “la mortella” spadroneggiava. Il giardino, uno dei più belli d’Italia, divenne l’obiettivo della vita di William e Susana. Ovunque il musicista si recasse per eseguire concerti, dall’Oceania, alle Americhe, all’Asia, all’Europa, acquistava nuove piante che poi Susana trapiantava a Zaro. Così, a Ischia, nasceva la musica di William e crescevano le piante di Susana. Tutto questo perdurò fino alla morte del compositore, nel 1983, tanto che il “Giardino della Mortella” divenne per la coppia come un figlio, una loro creatura, proprio quel figlio che non avevano avuto.

William dispose per testamento che la villa e il giardino fossero aperti al pubblico e che tutti i suoi beni fossero destinati a una Fondazione, un “Trust” inglese, che mettesse a disposizione dei giovani musicisti di ogni parte del mondo un luogo ideale per comporre. La “Mortella” fu in tal modo un laboratorio e un centro di eccellenza mondiale per rappresentazioni di musica, teatro e danza.  Il complesso comprende oggi una sala concerti, una sezione museale e l’archivio che conserva lettere, fotografie, manoscritti e cimeli di Sir William. Nel 1991 il Giardino fu aperto al pubblico, i giovani compositori iniziarono ad arrivare e ogni anno, da aprile e a ottobre, furono organizzati, spettacoli prestigiosi.

Susana è deceduta nel 2010, a 83 anni, e fino a quel momento, non solo ha diretto la fondazione, ma ha anche, curato ed ampliato il Giardino munendolo del “teatro Greco” e dotandolo di un parcheggio per facilitare l’afflusso dei numerosi visitatori. Oggi il Giardino de “La Mortella” si estende su di una superficie di circa 3 ettari con 4mila varietà di piante provenienti da tutta la terra. Vi lavorano 22 persone di cui 7 giardinieri. La Fondazione è diretta dalla dottoressa Alessandra Vinciguerra, una delle più grandi esperte di piante particolari e rare d’Italia che Susana scelse nel 1994 per proseguire la sua opera. I Giardini sono visitati da circa 50mila persone ogni anno. La Fondazione provvede al suo funzionamento solo con i proventi dell’incasso dei biglietti d’ingresso, senza ulteriore sostegno.

“La Mortella” è, dunque, una vera e propria eccellenza nel panorama musicale, paesaggistico e botanico della Penisola, ma è anche qualcosa di più. Infatti è impossibile non rimanere folgorati dalla la potenza creatrice di un amore vero, vissuto su ogni piano, che ha lasciato un segno tangibile e imperituro. Le ceneri di William sono poste in una roccia, nel punto più alto della collina; quelle di Susana in un ninfeo che, nella tradizione greco-romana, era un “luogo d’acqua” dove era possibile trascorrere momenti di pace. È come dire che William sta al sole come Susana sta alla luna.

La figura di Susana, chiamata “Genius loci” (lo Spirito del Luogo), è commemorata dall’iscrizione in lingua inglese posta intorno alla fontana, “specchio dell’anima”. Vi si legge: “Questo angolo verde è dedicato a Susana che ha amato teneramente, ha lavorato con passione ed ha creduto nell’immortalità”. William è morto l’8 marzo 1983, il giorno dedicato in tutto il mondo alla donna. Susana il 21 marzo 2010, giorno dell’equinozio di primavera, ove la natura si ridesta e la luce ha la stessa durata dell’ombra.


di Pierpaola Meledandri