Nel nome del padre

“I figli invecchiano. Ma non invecchiano loro. Invecchiano te”. Così inizia il monologo – diventato virale – interpretato da Valerio Mastandrea e scritto da Mattia Torre, scomparso a 47 anni nel 2019. Genio, visionario (Ogni maledetto Natale e la serie Boris, pietra miliare della televisione) è stato omaggiato con un David di Donatello postumo per la sceneggiatura di Figli, commedia interpretata dallo stesso Mastandrea e da Paola Cortellesi, che racconta un matrimonio dove si aprono crepe con la nascita del secondo figlio (“dicono che un figlio più un altro figlio non fa due figli ma undici!”).

Il riconoscimento lo ha ritirato Emma, 12 anni, figlia di Torre: “Innanzitutto voglio fare i complimenti a mio padre, che è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più. Volevo dedicare questo premio a tutte le persone che mi sono state vicine... dedico questo premio al mio fratellino, che mi fa ammazzare dalle risate e alla mia mamma che non si arrende mai. Dedico questo premio ai miei amici… Figli parla di famiglie sole e di bambini che nascono. Per questo ringrazio anche le ostetriche che ogni giorno si impegnano per far nascere i bambini. E i medici e gli infermieri che si impegnano a non far volar via le persone. Bravo papà”. Mattia Torre non ha avuto modo di vedere la pellicola (è del 2020) e la lavorazione del film è stata affidata a Giuseppe Bonito.

I figli ti fanno ripiombare, con una forza che neanche l’ipnosi, nel tuo passato più doloroso e remoto: l’odore degli alberi alle otto del mattino prima di entrare a scuola, la simmetrica precisione dell’astuccio, la catena sporca della bici, le merendine, la ghiaia, le ginocchia sbucciate. Questi ricordi, non so dire perché, sono la mazzata finale. La vita stessa, che credevi di aver incasellato in categorie discutibili ma tutto sommato valide, o comunque tue, sfugge via. Sei una piccola parte di un tutto più complesso e i gin-tonic hanno smesso di darti l’illusione dell’eternità. Sei un pezzo di un grande ingranaggio, e siccome siamo in Italia, l’ingranaggio è vecchio, arrugginito e si muove a fatica. D’altra parte, il tuo cuore non è mai stato così grande”.

Quel cuore che Emma, visibilmente emozionata, ha ricordato. Nel nome del padre.

Aggiornato il 14 maggio 2021 alle ore 09:42