Mai dire Tv: lode al trash

Cosa resta tra le pagine chiare e le pagine scure? Sicuramente una serata con la pizza bianca al taglio, quando nel menù la scelta era minimal (rossa, margherita, funghi e prosciutto, al massimo acciughe) prima della rivoluzione dei farinacei e di quella miriade di gustosi colori da far invidia al Carnevale di Rio. E poi la televisione, o meglio la conquista del tubo catodico decretata dai genitori per aver svolto al meglio i propri doveri di fanciullo in crescita (compiti scolastici, comportamento encomiabile, nessuna insufficienza e via cantante).

Una di quelle conquiste si chiamava Mai dire Tv – in onda su Italia 1 – una vera e propria lode al trash. Tutto andava in scena nel periodo delle medie e delle relative feste, una delle quali resa celebre da Elio e le Storie tese in “Tapparella” (“sul piatto gira un geghegé, danzo da solo e me ne vanto. Fantastico zimbello, io. Non consumerò, non deglutirò questa amarissima aranciata). Siamo tra il 1991 e il 1993: il programma, che porta la firma della Gialappa’s Band, era un autentico luna park per chi cercava l’inimmaginabile nel circuito delle reti televisive locali.

Una rottura di schemi, un paradiso all’improvviso, uno spettacolo della natura allestito da personaggi come il Mago Gabriel, Donato Mitola e la canzone “Caracallo”, Tony Lorenz, imitatore di Elvis Presley, Michele Giordano da “Tele Ciociaria” il cui monito “fetentone” veniva imitato – puntale come il Natale – dall’ultimo banco nell’ora di Educazione tecnica, tra una proiezione ortogonale e un foglio che di lì a poco sarebbe diventato un aeroplanino ciancicato.

E poi Gianni Drudi, cantante idolo per la sua Fiky Fiky, il Tuttologo Sergio Emmanuele Anastasio fino al punto di non ritorno, ossia la telenovela piemontese Sogni d’amore, dove l’ormone di noi giovani spettatori lasciava spazio a un intreccio sentimentale che, come dicono a Roma, scansate proprio. Senza dimenticare il mago Anubi o l’imperatore Pierino Brunelli. A voltarsi indietro, la strada persa per quella nuova ha lasciato un vuoto. Oggi la televisione spazzatura straborda sui vari canali. Ed è una tristezza infinita.

Mai dire Tv, invece, era tanta roba, un altro livello, un altro campo da gioco, dove l’impossibile diventava possibile. Erano tempi della pizza bianca, di Marco Van Basten e dei baci rubati. I tempi dove, per buttarla in caciara, sparavi dal nulla “nella sabbia che scotta, mi son preso una cotta. Prima di concludere “ehi, ci stai fiki fiki con me? Facciamo fiki fiki insieme. Comunque fosse andata, sarebbe stato un successo.

Aggiornato il 24 luglio 2021 alle ore 07:59