Venezia, “Film lirici e furiosi” alla Settimana della critica

La 36ma Settimana internazionale della critica sarà all’insegna del cinema d’autore e di genere. La sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici italiani (Sncci) nell’ambito della 78ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (1-11 settembre 2021) ha in cartellone film “lirici e furiosi, istintivi, intimi, distopici o carnali. Ma soprattutto liberi. Autentici. Vivi”. Alla presentazione romana della kermesse sono intervenuti: Franco Montini, presidente Sncci; Beatrice Fiorentino, delegato generale Sic; e i selezionatori Enrico Azzano, Paola Casella, Simone Emiliani e Roberto Manassero. Per l’Italia ci sarà Mondocane (nella foto) di Alessandro Celli con Dennis Protopapa, Giuliano Soprano, Alessandro Borghi e Barbara Ronchi. Il film racconta una storia ambientata a Taranto, in un futuro non lontano. Una città fantasma cinta dal filo spinato in cui nessuno, nemmeno la polizia, prova ad entrare.

Sono rimasti i più poveri che lottano per la sopravvivenza, mentre una gang criminale, le Formiche, capeggiate da Testacalda (Alessandro Borghi), si contende il territorio con un’altra gang. Due tredicenni sognano di entrare in quella banda. Un pezzo d’Italia anche in Mother Lode di Matteo Tortone (Francia, Italia, Svizzera). Tra Lima e La Rinconada, città mineraria sulle Ande peruviane, una favola moderna, tragica, eterna e universale, ma anche un manifesto politico con innesti di realismo magico. Sempre alla 36ma Settimana internazionale della critica troviamo anche: Eles Transportan A Morte di Helena Girón e Samuel M. Delgado (Spagna, Colombia); Eltörölni Frankot di Gábor Fabricius (Ungheria); Obkhodniye Puti di Ekaterina Selenkina (Russia, Olanda): A Salamandra di Alex Carvalho (Brasile, Francia, Germania) e Zalava di Arsalan Amiri (Iran).

Ricca anche la sezione Fuori concorso. Karmalink di Jake Wachtel (Cambogia, Usa) è un film sulla memoria, sulla coscienza collettiva e sull’avidità del pensiero occidentale e, infine, ancora Italia nel film di chiusura fuori concorso, La dernière séance di Gianluca Matarrese. Un gioco di dominio e sottomissione che passa attraverso l’universo del bondage, i traumi dell’Aids e anche la teoria delle immagini. Per Beatrice Fiorentino, la prima donna delegata generale della Settimana internazionale della critica, “è chiaro che quest’anno ci siamo posti il problema che il nostro sguardo era cambiato con la Pandemia. E in questo senso sono emersi, tra i 600 film che abbiamo valutato, quelli in cui c’era un’urgenza di senso, di significato”. Secondo la Fiorentino, “è emerso anche un altro aspetto per quanto riguarda il cinema italiano, e non solo. C’è un idea non più solo nazionale del cinema, ma finalmente davvero globale. Un esempio su tutti: il film Mother Lode di Matteo Tortona, regista italiano che ha girato un film in Perù in una coproduzione internazionale e senza neppure una battuta in italiano”.

Aggiornato il 23 luglio 2021 alle ore 15:56