Siae, Gli artisti firmano l’appello di Mogol: “Siamo allo stremo”

La capienza dei teatri, dei cinema, degli spazi deputati alla musica dal vivo deve essere aumentata. È questo l’appello lanciato dalla Società italiana degli autori ed editori. Una petizione che raccoglie le tante voci della cultura, dello spettacolo e della politica che sollecitano il Governo. Giulio Rapetti Mogol non usa mezzi termini. Il presidente Siae ricorda che il mondo dello spettacolo e della cultura ha “sempre rispettato le regole e le leggi e anteposto la salute dei cittadini a tutto il resto. Ora però siamo veramente allo stremo”. All’appello hanno già aderito numerosi volti dello spettacolo: gli attori Stefano Accorsi e Riccardo Scamarcio; i musicisti Antonella Amoroso, Claudio Baglioni, Giovanni Caccamo, Caterina Caselli, Gigi D’Alessio, Rocco Hunt, Mario Lavezzi, Fiorella Mannoia, Gino Paoli, Nicola Piovani, Eros Ramazzotti, Tony Renis; il paroliere Cheope; lo showman Rosario Fiorello; il produttore cinematografico Angelo Barbagallo; il giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori; i registi Ferzan Özpetek e Carlo Verdone.

“Ristoranti, bar e molte altre attività – continua Mogol – hanno ripreso quasi a pieno regime. Circa il 70 per cento dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale e il green pass costituisce un altro presidio importante a tutela della salute; moltissimi artisti si sono schierati in favore della campagna vaccinale”. Secondo il presidente Siae, “molte discoteche e locali stanno finendo nelle mani della malavita organizzata, con l’evidente possibilità di trasformarsi così in potenziali presidi di malaffare e di spaccio. In altri grandi paesi europei le attività culturali sono riprese a pieno regime o quasi. Per questo rivolgiamo un appello al presidente del Consiglio e al Ministro della Cultura che da tempo si batte per le riaperture”.

“Fateci ripartire in sicurezza ma fateci ripartire realmente. Abbiamo la sensazione – sostiene Mogol – che nel Governo prevalgano o rischiano di prevalere atteggiamenti e posizioni minoritarie che francamente sembrano più irragionevolmente emotive che realmente razionali. Non vogliamo ammalarci ma il rischio di morire sani è ormai molto reale”.

Il direttore generale Siae Gaetano Blandini sottolinea come “l’industria della cultura, prima della pandemia, era la terza del Paese e dava lavoro complessivamente a più di 1,5 milioni di persone, il 40 per cento dei quali under 35. Come Siae lanciamo questa petizione perché conosciamo bene il valore economico e sociale delle attività culturali, e anche per noi è diventato impossibile mantenere fede alla nostra mission, quella di essere sempre dalla parte di chi crea. I mancati incassi della nostra Società sono lo specchio di altrettanti mancati incassi per gli autori, gli interpreti, gli editori, tutti coloro che producono cultura, spettacolo e intrattenimento nel nostro Paese. Come ha scritto il celebre musicista e compositore Jean-Michel Jarre, già presidente della Confederazione internazionale delle società di autori e compositori, la cultura ci rende resilienti e ci dà una speranza. Ci ricorda che non siamo soli”.

“I tempi sono maturi per un aumento della capienza agli eventi. Ma dovrà essere fatto in modo graduale e specifico”. Lo ha detto a TimeLine su SkyTg24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, secondo il quale sull’argomento “la prossima settimana ci sarà un’altra riunione del Cts”. Sileri ha aggiunto: “Non è prematuro aumentare i posti nei cinema, riaprire gli stadi, fare dei concerti. E’ chiaro che deve essere fatto con gradualità perché il cinema è una cosa, il teatro è un’altra cosa e il concerto è un’altra cosa ancora. E sul concerto, dove maggiore può essere il rischio, servono ovviamente delle garanzie maggiori”.

Aggiornato il 25 settembre 2021 alle ore 10:42