Sigmund Freud: l’erotismo? È infantile!

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Anche se aveva già rilevato la fondamentale presenza dell’erotismo nella formazione e determinazione degli individui e la rilevanza delle “rimozioni”, dell’inconscio, come diremo, è con i Tre saggi sulla origine della sessualità infantile, che Sigmund Freud scopre la sessualità infantile, elemento cruciale per le sue concezioni. Il bambino nasce erotico. Ha zone erogene, vuole soddisfare l’erotismo. Le zone erogene sono predisposte alla soddisfazione sessuale: bocca, ano, pene, per il maschio, bocca, ano, vagina e clitoride, per la donna. La “scoperta” di Sigmund Freud non è tanto che queste zone diano piacere ma che sono connesse a un piacere diverso, addirittura per la definizione di personalità ben distinte. Al dunque, il bambino e la bambina potrebbero sviluppare un erotismo ed una personalità di tipo orale o di tipo anale o di tipo fallico, genitale, clitorideo, vaginale. Che significa? Un uomo o una donna che tendono al possesso angosciato, a cannibalizzare l’oggetto amato, con la perenne ansia di perderlo, di non essere amati a sufficienza, a rendere la bocca fondamento del loro erotismo (il bacio perverso), sarebbero personalità di tipo orale; un uomo, una donna avari, possessivi, o che esagerano in generosità, con smanie di potenza, sarebbero personalità di tipo anale; un uomo che soddisfa se stesso ma non la donna sarebbe personalità di tipo fallico, mentre colui che dà piacere sarebbe personalità di tipo genitale.

Come e perché le personalità si svolgono in modi differenziati è dovuto alle esperienze vissute nell’infanzia. Non si tratterebbe di disposizioni naturali ma di formazione nei rapporti infantili. Non nasciamo orali, anali, fallici, clitoridei, genitali, lo diventiamo con le esperienze infantili. Non nasciamo “normali” o omosessuali, lo diventiamo con le vicende infantili. Per Freud il bambino è un “polimorfo perverso”, vale a dire che è disponibile ad ogni perversione, ad ogni orientamento. Fondamentale in queste analisi di Freud l’altra “scoperta”: il “complesso”, la direzione dell’erotismo infantile verso la madre, il bambino, verso il padre, la bambina, non necessariamente. In un primo momento, la convinzione di Freud era stata che l’adulto compie atti i quali possono traumatizzare il bambino, idea rifiutata successivamente, la “seduzione” dell’adulto esisterebbe ma come fantasia del bambino. Da tutto l’insieme provengono relazioni familiari o in generale, drammatiche: il bambino vuole ottenere l’esclusivo affetto della madre, è geloso del padre ma ama il padre, è geloso dei fratelli ma ama i fratelli, lo stesso la bambina verso il padre, ne vengono complicazioni di odio-amore, evenienze, dicevo, traumatiche, le quali possono condizionare l’intera esistenza, meglio: condizionano l’intera esistenza.

Freud esercita la professione di medico a Vienna, senza fortuna considerevole, ma avviene una circostanza che svolterà la sua esistenza. Uno psichiatra noto, Breuer, lascia a Freud degli appunti sui rapporti professionali con Olga Pappenheim. La donna era potentemente isterica, con fantasie devastanti. Freud percepì quella che sarebbe stata la connotazione basilare della sua teoria, un amore fortissimo della donna verso il padre, rimosso, ma che da rimosso invadeva la personalità, ed ogni comportamento della donna, il nucleo del rapporto con il padre diventava l’essenza propagata dell’intera personalità di Olga. Sopra tutto, Freud scopriva la grande influenza dell’erotismo nella formazione della personalità e dei comportamenti. Al dunque, l’isteria proveniva da storti rapporti erotici rimossi e calati nell’inconscio. Esattamente: traumi erotici. Nell’esposizione di tali problematiche in Cinque casi clinici, Freud inizia, con lo studio interpretativo dell’isteria, la Psicoanalisi.

E’ nel sogno che l’Inconscio si manifesta pienamente, libera se stesso. Il sogno non è una combinatoria insensata di rappresentazioni, ha una propria logica, esplicita desideri, camuffa, sposta, va dunque interpretato, ed un ampio testo con la titolazione, “L’interpretazione dei sogni”, dà spazio a questo allargamento di prospettiva, i sogni entrano nel territorio della psicoanalisi. La Psicoanalisi innova nel campo della psicologia, a quei tempi del tutto legata al corpo, al grado che si riteneva l’isteria esclusivamente per le donne e dovuta ad una malformazione dell’utero, giungendo a estirparlo. Freud autonomizza la psiche dal fondamento corporeo, non che voglia negare un legame tra corpo e psiche ma non è individuabile. Quindi tratta gli eventi psichici quali eventi della psiche non prodotte da alterazioni corporee, ovviamente purché non vi sia un fatto fisico riconoscibile, che è tutt’altra faccenda. Quindi è nel dialogo o nell’ascoltare che si svolge l’evento psicanalitico. Lo psicanalista, a sua volta sottoposto ad analisi prima di diventare psicanalista, ascolta, dicevo, percepisce i silenzi, le modificazioni, conosce i sogni, le fantasie, i comportamenti dell’analizzato, intervenendo appena quanto necessario. Si tratta di scoprire il trauma che ha causato la nevrosi, le complicazioni del pensare e agire dell’analizzato.

Non immediatamente, né direttamente, giacche, del resto, il trauma, essendo, appunto, un trauma, è celato, rimosso, appare con dei sintomi, è dai sintomi che bisogna salire al trauma e non tanto estinguerlo piuttosto immetterlo in una via vitale, per così dire. L’uomo non guarisce mai, né il nevrotico né il non nevrotico, l’inconscio è in perpetuo urto con l’io, ne parleremo, ma è possibile fare in modo che il flusso erotico scorra tuttavia, si esprima, non sia soggiogato dalla distruttività. Nell’analisi esiste il Transfert, l’analizzato può avere attenzione erotica per l’analista, l’analista per l’analizzato; nella convinzione di Freud questo coinvolgimento è da evitare. Il sottoporsi ad analisi dell’analista ha pure questo scopo. Il denaro ha rilevanza nell’analisi. Pagare significa dare importanza all’analisi. Le nevrosi considerate da Freud furono essenzialmente l’isteria, la nevrosi ossessiva, la paranoia. L’isteria come accennato, sarebbe dovuta ad un trauma, reale o immaginato, di natura erotica che, rimosso, agisce nell’inconscio dilatando la sua presenza, e, ogni qual volta accade un evento che lo richiama, suscita una risposta negativa. Nell’isteria, infatti, il piacere si trasforma in orrore. Poniamo: un bambino o una bambina sono stati oggetto di molestie, anche fantasticate, carezze troppo intime, essi accolgono la situazione rimuovendola nell’inconscio, il che avviene senza saperlo, nel momento in cui, ormai adulti, qualcuno compie un atto che richiama l’atto sofferto, ma che ora sarebbe lecito, ad esempio, un coniuge carezza l’altro, l’antico momento traumatico riappare, inconsapevolmente, con una rifiuto violento, isterico, appunto. E questo comportamento viene generalizzato sì che l’isterico, uomo o donna, vive in continua difesa, immaginazioni turbative, eccessi reattivi.

La nevrosi ossessiva sarà considerata da Freud in taluni pazienti ma specialmente in Totem e Tabù. Essa proviene da un delitto, compiuto o soprattutto immaginato o perfino voluto inconsciamente, che determina colpa. Si che il nevrotico ossessivo conduce un’esistenza tra delitto e castigo, trasgressione e punizione, in un circuito ritualistico, superstizioso per ripararsi dalla punizione, o punirsi, purificarsi, divieti, obbedienze, ne riparleremo. La Paranoia è un capovolgimento dell’orientamento erotico, l’amore trasformato in odio, il credersi perseguitato da parte di chi perseguitiamo, avrebbe, a giudizio di Freud, aspetti omosessuali travestiti. La schizofrenia sfugge alle nevrosi, è una psicosi e come tale problematico che sia analizzabile. In una prospettiva di ampliamento a vagliare quanto l’Eros pervada la nostra esistenza, personale, familiare e sociale, Freud che da anni si interessava delle relazioni erotiche in specie familiari, il Complesso di Edipo, estende questa concezione ai gruppi sociali, ed in “Totem e Tabù”, ripropone il complesso di Edipo ma in chiave sociale. In passato gli uomini vivevano in orde dominate da un capo, sostiene, il quale non permetteva agli altri maschi, ai figli, sostanzialmente, di avere rapporti sessuali con le donne. I figli congiurano avverso il padre, lo uccidono, o progettano di ucciderlo, ma accade una distorsione, il pentimento postumo dei figli, i quali sacralizzano il padre ucciso, non necessariamente ucciso, il desiderio di uccidere per Freud equivale all’atto, e lo rendono Totem, sacro, appunto, mentre stabiliscono il tabù dell’incesto, il divieto di congiungersi con la madre o con le sorelle. Nascono, dunque, in tal modo, la religione, la divinizzazione del Padre “ucciso”, la colpa, ed il Tabù, ossia la morale, il divieto, le regole. Forme di nevrosi ossessiva, un circuito di colpa, punizione, regole, infrazione, punizione.

Aggiornato il 12 ottobre 2021 alle ore 10:26