Il ventennale dell’omaggio di Banksy a Tarantino

Il murale che omaggia Pulp Fiction appare a Londra quasi vent’anni fa, nel 2002. Vicino a una fermata della metropolitana ad Old Street. L’opera è firmata da Banksy, il più noto degli streetartist. Una ricorrenza “celebrata” dalla Festa del Cinema di Roma nei giorni in cui la kermesse conferisce Premio alla carriera a Quentin Tarantino. La serigrafia originale tratta da quel murale continua ad essere battuta alle aste internazionali a cifre clamorose. Uno tra i rarissimi esemplari a tiratura numerata è ospitato all’interno di “Art in a Material World” una grande mostra collettiva presentata dalla Galleria Restelliartco. in Roma che raggruppa importanti nomi del panorama artistico nazionale ed internazionale, dal 25 ottobre fino al 30 novembre in occasione della Rome Art Week 2021, la più importante rassegna capitolina dedicata all’arte contemporanea e alle sperimentazioni.

Nel 2007 Transport for London, l’ente locale responsabile dei trasporti della capitale inglese, copre l’opera. Poco dopo, un artista locale lascia una scritta sul muro abbastanza eloquente, “Come back”, indirizzandola all’anonimo street artist.  Banksy, raccolse l’invito e poco dopo, rifece l’opera ma con una modifica significativa: al posto delle pistole, i due protagonisti, Vincent Vega e Jules Winnifield, nel film interpretati da John Travolta e Samuel L. Jackson, impugnano banane. Un gesto ironico che invita a deporre le armi, strappando un sorriso. Le banane sono un evidente riferimento alla scimmia, animale iconico e prediletto nella produzione artistica di Banksy; inoltre è possibile trovare un evidente legame alla copertina dell’album dei Velvet Underground disegnata da Andy Warhol nel 1967.

Tutto su Banksy: Carisma, personalità, black humor, sono queste le caratteristiche dello streeartist; le stesse che lo hanno imposto all’attenzione del pubblico sin da quando, negli anni Novanta, appena diciottenne compie veloci incursioni notturne per le strade di Bristol con la sua crew di writers per far parlare le sue idee attraverso gli stencil. Sono gli anni in cui da Chicago arriva la musica house, i primi rave clandestini, gli anni della comunità gipsy, gli influssi di Blek le rat; nel 1988 muore Jean-Michael Basquiat, il suo messaggio e la sua arte si diffondono in tutto il mondo. Un universo di contaminazioni artistiche culturali, musicali che spingono Banksy a voler stupire, sovvertire un sistema, far riflettere, smuovere le coscienze. Circa la sua vera identità negli anni sono state avanzate innumerevoli ipotesi: che si trattasse in realtà di una donna, che fossero un collettivo di artisti, oppure che dietro il nome si nascondesse il graffitista Robert Del Naja del gruppo musicale dei Massive Attack.

Aggiornato il 20 ottobre 2021 alle ore 12:34