Festa di Roma, Alfonso Cuarón omaggia il cinema italiano

Alfonso Cuarón ama il cinema italiano e lo dichiara al mondo. Il cineasta messicano, Premio Oscar per Gravity, è il protagonista dell’Incontro ravvicinato del settimo giorno della Festa del cinema di RomaCoadiuvato dal direttore artistico Antonio Monda, celebra i nostri registi. Dodici frammenti tratti da altrettanti film. A partire da Padre padrone (1977) dei fratelli Taviani. Paolo Taviani, in sala, viene omaggiato con un’ovazione. “L’ho visto quando è uscito in Messico”, sottolinea Cuarón. “È un film che ha una qualità speciale. Come Pier Paolo Pasolini, i Taviani raccontano una umanità profonda, ma con un approccio mitico e una disciplina marxista, senza retorica”. Nella lista dei film preferiti, Cuarón inserisce I nuovi mostri (1977). “Volevo omaggiare – sostiene – i maestri della commedia all’italiana: Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi. È un film a episodi intriso di osservazione sociale e di una critica al carattere italiano. Questo tipo di commedia nel tempo è diventato una celebrazione più che una critica. Oggi mi piace Checco Zalone, un maestro della commedia. Peccato non sia qui stasera”. Cuarón sceglie anche Dillinger è morto (1969) di Marco Ferreri. “Un regista sovversivo, come Godard e Buñuel”. Di Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi lo affascina la scena del riconoscimento del bandito morto da parte della madre. “Rappresenta la pietà di tutte le madri del mondo”.

Una menzione particolare va a L’uomo meccanico (1921), un film muto prodotto in Italia nel 1921 scritto, diretto e interpretato dal comico francese André Deed, noto in Italia con il nome d’arte di Cretinetti. “È un film che anticipa Metropolis di Fritz Lang. Ovviamente, il Terminator di James Cameron, è debitore di Deed”. Della lista di Cuarón fa parte un’opera immeritatamente sottovalutata di Monicelli, I compagni (1963). “Questo è un film tragico – sostiene il regista – molto diverso dai soliti di Monicelli, con Giuseppe Rotunno e Ruggero Mastroianni al montaggio. È un film politico intelligente e non di propaganda. Perché il centro è l’umanità, non il discorso ideologico ma uno quasi umanitario”. Poi è la volta di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. “Un film straordinario sul passaggio del tempo”. Inevitabile un ricordo de La dolce vita di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, “il mio attore preferito”, sottolinea Cuarón. Viene mostrata la scena del confronto a distanza, sulla spiaggia, tra l’attore e una giovanissima Valeria Ciangottini. Subito dopo è la volta di Roma, il film del regista messicano, premiato con l’Oscar pe il miglior film straniero nel 2019. “Ho utilizzato per tutta la sequenza del mare il vento di Fellini”.

Gli ultimi film selezionati da Cuarón sono firmati dai cineasti italiani contemporanei. Le quattro volte (2010) di Michelangelo Frammartino: “Un maestro del tempo e dell’osservazione dell’esistenza”. Respiro (2002) di Emanuele Crialese, insieme a Valeria Golino. Saluto caloroso per il regista e l’attrice presenti in sala. “Questo film è erede del primo Visconti e del primo Rossellini”. Miele (2013) di Valeria Golino: “Possiede una grande capacità tecnica che però sparisce, per lasciare spazio a Jasmine Trinca, un personaggio raccontato senza sentimentalismo, né retorica né giustificazione”. Infine, Lazzaro felice (2018) di Alice Rohrwacher, anch’essa omaggiata dagli spettatori in sala. “Qui si può vedere la lezione di Ermanno Olmi e dei Taviani”.

Vitti d’arte Vitti d’amore di Fabrizio Corallo

Alla Festa di Roma è stato presentato, con successo, Vitti d’arte Vitti d’amore, un documentario sulla vita e l’eccezionale talento di Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli. Lo ha firmato, con acume e sguardo appassionato, Fabrizio Corallo. Il film è in programma su Rai 3 il prossimo venerdì 5 novembre, in occasione dei 90 anni dell’antidiva per eccellenza (nata il 3 novembre 1931). Da tempo l’attrice romana è lontana dalle scene. Regina del cinema dell’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni, approda alla commedia all’italiana, diventando una mattatrice assoluta, al pari dei celebrati “colonnelli”: Alberto Sordi (suo straordinario sodale), Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni. Il documentario di Corallo mostra lo sguardo poliedrico dell’attrice. Ora bellissima e conturbante ora buffa, ironica e divertente. Le sequenze di repertorio sono “legate” dalle testimonianze di amici e colleghi: Paola Cortellesi, Michele Placido, Enrico Vanzina, Citto Maselli, Barbara Alberti, Laura Delli Colli, Enrico Lucherini. Per Carlo Verdone, “nella realtà, Monica Vitti era una persona timorosa e fragile. Poi all’improvvisamente si trasformava sulla scena e veniva fuori un grande carattere. La gente la sentiva vicina. Era entrata nel cuore di tutti. È nel cuore di tutti”.

Il programma di domani. Alle 11, nella Sala 3 del My Cityplex Savoy, per la Selezione Ufficiale, viene mostrato C’mon C’mon di Mike Mills, con Joaquin Phoenix. Racconta la storia di Johnny, giornalista radiofonico di buon cuore ma emotivamente bloccato, impegnato in un progetto che lo porta a spostarsi attraverso gli Stati Uniti per intervistare bambini di tutto il Paese su ciò che pensano del mondo e del futuro. Alle 16, al Maxxi (Museo nazionale delle arti del XXI secolo), per la Selezione Ufficiale, è la volta di Mi novia es la revolución di Marcelino Islas Hernández. Messico, 1994. Sofia si avvicina al suo quindicesimo compleanno, ma non vuole celebrare la quinceañera, la tradizionale festa latinoamericana dedicata alle ragazze che compiono quindici anni. Si è appena trasferita in un nuovo quartiere, dopo che i suoi genitori si sono separati. Alle 16.30, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, è in programma l’Incontro ravvicinato con Claudio Baglioni. Cinquant’anni di musica, emozioni e concerti. Dodici album registrati dal vivo e diciassette in studio, tra questi, il più venduto di sempre in Italia, La vita è adesso, rimasto primo in classifica ventisette settimane. Fino al tour Da me a te, che nelle date romane riempie lo Stadio Olimpico con centomila spettatori.

Alle 16.30, nella Sala Petrassi dell’Auditorium, per la Selezione Ufficiale, è in visione Cyrano, del britannico Joe Wright. Versione musical dell’intramontabile storia di uno dei più celebri e travolgenti triangoli amorosi di tutti i tempi. Un uomo all’avanguardia rispetto alla sua epoca, Cyrano de Bergerac, incanta il pubblico con brillanti giochi di parole nelle sfide verbali e con la sua sfolgorante abilità nei duelli di spada. Alle 19.30, nella Sala Petrassi dell’Auditorium, è previsto l’Incontro ravvicinato con Frank Miller. Tra i maestri indiscussi del fumetto mondiale, con le sue storie ne ha ribaltato i canoni, ponendo le basi del moderno concetto di graphic novel e reinventando molti tra i supereroi più noti, ai quali ha donato profondità e lati oscuri. Parlerà dello stretto rapporto che lega cinema e fumetti. Alle 19, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, è in programma la visione, in anteprima, della serie Vita da Carlo di Carlo Verdone e Arnaldo Catinari. L’immagine pubblica di Verdone è quella di un uomo generoso e sempre disponibile. A chi gli chiede selfie e autografi, Carlo non si nega mai.

 

Aggiornato il 24 ottobre 2021 alle ore 12:16