Superare lo spazio-tempo: l’universo esiste in un immediato “qui”

Andando in profondità nel mondo quantico non c’è più distinzione tra il mentale e il fisico. La materia ha la capacità di organizzarsi in maniera coerente. Secondo Karl Pribram e Stuart Hameroff la coscienza è il risultato della cosiddetta “superradianza”, vale a dire una cascata di coerenza subatomica che si diffonde in ogni parte. È la condizione che si verifica quando le singole particelle quantiche, come i fotoni (luce), perdono la loro individualità e agiscono come una sola unità, analogamente agli uccelli nel cielo quando formano forme e disegni, o ai soldati di un esercito chiamati a mettersi in formazione. In base alle leggi della fisica classica, in particolare alla legge dell’entropia, il mondo inanimato tende sempre verso il caos ed il disordine. La coerenza della coscienza degli esseri animati viventi rappresenta quindi la più grande forma di ordine conosciuta in natura e questo ordine contribuisce a creare ordine nel mondo.

Quando desideriamo o ci concentriamo su qualcosa, atto che richiede una grande unità di pensiero, la nostra stessa coerenza è “contagiosa”. Noi esseri umani abbiamo la capacità di estendere la nostra stessa coerenza all’esterno, nel nostro ambiente. Con un semplice atto di volontà, siamo in grado di creare l’ordine. Si tratta di un potere inimmaginabile che non conosciamo. La mente, a livello subatomico, domina la materia. L’intenzione umana – la nostra creatività – ha la capacità di plasmare, organizzare e persino guarire. Proprio come avviene per le molecole d’acqua. Si stabilisce dentro di noi un “dominio coerente”, una specie di banda frequenziale estesa. Proprio come le particelle subatomiche che si compongono in un tutt’uno, non possono essere separate dallo spazio e dalle particelle che le circondano, alla stessa maniera gli esseri viventi non possono essere isolati dagli altri. Un sistema vivente dotato di una coerenza maggiore può scambiare informazioni e riportare la coerenza in uno disordinato, casuale o caotico – la Neghentropia è la forza più potente –. Lo stato naturale del mondo vivente è l’ordine, una spinta verso una coerenza maggiore.

Attraverso l’atto della osservazione e dell’intenzione gli esseri umani hanno la capacità di trasmettere una sorta di “superradianza” al mondo. È la mente inconscia ad avere la capacità di comunicare con il mondo subatomico intangibile. Oggi noi sappiamo che i chiaroveggenti, cioè le persone in grado di vedere al di là dei propri sensi fisici, hanno una sorta di connessione istantanea con l’invisibile. La chiaroveggenza o cosiddetta “visione remota” è parte del concetto in base al quale esiste un tipo di interconnessione tra gli esseri viventi. Gli esseri umani dotati di particolari talenti possiedono la capacità latente di vedere in qualunque luogo e attraverso qualsiasi distanza. Essi riferiscono di vedere come in un video in movimento, quasi che si trovino sulla scena. Quando i sensitivi vedono una scena particolare, le loro menti – ha sostenuto Hal Puthoff – non sono davvero trasportate in quel posto ma afferrano l’informazione che essi colgono nella fluttuazione quantica. In un certo senso captano l’informazione. L’informazione consente di immagazzinare dentro di sé tutto l’intero universo. Ogni particella quantica registra il mondo sotto forma di onde trasportando le immagini di ogni istante a un profondissimo livello quantico.

Il sensitivo coglie l’informazione dell’immagine che viene captata a livello quantico. Tutti gli esseri umani in realtà possono ricevere questa informazione ma la ricevono e riceviamo in maniera imperfetta, al contrario o sotto forma di immagini incomplete, come se ci fossero problemi alla trasmittente. Siccome l’informazione viene captata dalla mente inconscia, spesso la riceviamo in uno stato simile a quello del sogno, del ricordo o di una improvvisa intuizione, come un brandello di immagine o una frazione del tutto. Siamo in grado di vedere nel passato come nel futuro perché, a differenza del concetto della fisica classica dello spazio-tempo, lo spazio e il tempo non esistono. L’universo esiste in un immediato “qui ed ora”. Ecco il perché due cose a migliaia di chilometri di distanza si influenzano istantaneamente – il concetto di “entanglement” nella fisica quantistica –. A un livello subatomico o più elementare, non esistono spazio e tempo, né un legame diretto tra causa ed effetti. Le idee di Isaac Newton di uno spazio e un tempo assoluti e anche la concezione di Albert Einstein di uno spazio-tempo relativi sono oggi sostituite dall’immagine veritiera in cui l’universo esiste in un immenso “qui” rappresentato da tutti i punti di spazio e tempo in un solo istante. Bisogna togliere il tempo, e tutto prende senso.

Se le particelle subatomiche sono in grado di interagire a qualsiasi distanza spazio-temporale, questo significa che anche l’aggregato di materia più grande che vanno a costituire deve mantenere questa proprietà. Nel mondo subatomico – che è pura potenzialità che si fa realtà – la vita è solo uno sconfinato presente. Gli esseri viventi sono in grado così di “sentire” il passato ed il futuro. Sulla base di esperimenti scientifici è stato dimostrato che le persone sono in grado di prevedere le notizie buone o cattive. Studiando l’attività elettrodermica si è visto che chi sta per ricevere brutte notizie ha i sintomi tipici di una forte reazione di attacco o fuga. A livello fisiologico subconscio cioè, quando si stanno per ricevere brutte notizie o sta per accadere qualcosa di sgradevole, tutti possediamo capacità precognitive. La coscienza funziona a livello di frequenza quantica, pertanto è collocata fuori dello spazio-tempo. Questo significa che abbiamo accesso a tutte le informazioni, passate e future. Il trasferimento di informazioni attraverso onde subatomiche non avviene nello spazio-tempo ma è diffuso e sempre presente.

Il passato ed il presente si confondono in un solo sconfinato “qui e ora”. I segnali e le immagini che il cervello capta vengono dal passato o dal futuro. Il nostro futuro esiste già in una specie di stato nebuloso che cominciamo ad attualizzare nel presente. Perno della fisica quantistica è la considerazione che tutte le particelle subatomiche esistono in uno stato di potenzialità assoluta finché non vengono osservate, atto che può comprendere l’essere pensate. L’energia pura, a livello quantico, non ha né tempo né spazio, ma è un vastum continuum di cariche fluttuanti. L’intenzione umana dislocata nel tempo agisce sulle probabilità di un certo evento. Il nostro pensiero è il frutto di un processo quantico probabilistico. I nostri desideri e le nostre intenzioni creano la nostra realtà. William G. Braud diceva che bisogna fare attenzione a ciò che si desidera. Ciascuno di noi ha la capacità di manifestarlo nella realtà. Egli ha verificato che il procedimento funziona solo quando nasce da un desiderio non troppo acceso, piuttosto che da un’intensa volontà o da un bisogno. È come cercare di addormentarsi, più si prova, più si interferisce con il processo. Braud constató che gli esseri umani funzionano a due livelli non compatibili tra loro: il desiderio spasmodico, intenso e motivato del mondo, e quello rilassato, passivo e ricettivo del subatomico quantistico. Gli esseri viventi sono in grado di influenzare tutti i tipi di processi organici.

I pensieri e le emozioni – positivi o negativi – si trasmettono ad altri esseri viventi. Salute e malattia di un individuo risultano essere collettive. Le informazioni del gruppo aiutano a mantenere in salute – od ad ammalarsi – gli esseri viventi. Certe epidemie, ad esempio, attecchiscono in alcune società come manifestazione fisica di una determinata isteria energetica. Se l’intenzione porta salute, ossia aumenta l’ordine, la malattia deve essere individuata come un disturbo delle fluttuazioni quantiche di un individuo. La guarigione, ha sostenuto con il suo lavoro Fritz Albert Popp, consiste nel riprogrammare le fluttuazioni del soggetto malato perché operino in modo più coerente. Guarire significa e significherà sempre più fornire al sistema delle informazioni che lo riportino alla stabilità. Fritz Albert Popp ha sostenuto, su questa linea, che verosimilmente quando moriamo avviene uno spaiamento della nostra frequenza dalla materia organica delle cellule. In pratica la coscienza individuale non muore e la morte è un tornare alla energia quantistica di base.

Aggiornato il 09 febbraio 2022 alle ore 13:15