“Better Call Saul 6”, gli avvincenti primi due episodi

Ecco l’ultimo atto di Better Call Saul. Da ieri sono visibili su Netflix i primi due avvincenti episodi (Vino e rose, Il bastone e la carota) della sesta e ultima stagione di una serie capolavoro, ormai entrata nella storia della televisione. La lenta trasformazione di Jimmy McGill in Saul Goodman è il nucleo narrativo di un racconto sull’evoluzione di un personaggio complesso. La stagione è divisa in due parti, separate da una pausa prevista di sette settimane. In Italia, la stagione viene pubblicata sulla piattaforma, con un episodio ogni sette giorni, a partire dal giorno successivo alla messa in onda americana su Amc. La seconda parte arriva in streaming il prossimo 11 luglio.

Il progetto audiovisivo ideato da Vince Gilligan e Peter Gould è incentrato sulle vicende del pittoresco avvocato interpretato dallo straordinario Bob Odenkirk. Il primo episodio della stagione conclusiva si apre con una squadra chiamata a catalogare tutto ciò che si trova nella casa di Saul. Il legale è scomparso dopo lo smascheramento del suo principale cliente, Walter White (il magnifico Bryan Cranston), un professore di chimica diventato un famigerato spacciatore di droghe sintetiche. Il flashforward è un prossimo futuro che non rappresenta ancora la vita di Saul. Una villa arredata in modo grottesco. Il trionfo, ostentato, del cattivo gusto. Improbabili cravatte, camice, giacche e scarpe dagli sgargianti colori pastello. La macchina da presa del regista Michael Morris indugia, ironicamente, su un gabinetto dorato, prima di chiudersi sul tappo della costosissima bottiglia di tequila Zafiro Añejo.

A differenza di Breaking Bad, la serie madre di cui è prequel, spinoff e sequel, Better Call Saul disegna, analizza e approfondisce ogni personaggio. Anche quelli secondari. Alla fine della quinta stagione, Jimmy e la moglie Kim Wexler (la bravissima Rhea Seehorn) sono alle prese con un piano ai danni dell’ambiguo avvocato Howard Hamlin (Patrick Fabian), storico rivale di Jimmy. Con molta probabilità questa “guerra” rappresenta solo uno dei filoni narrativi della sesta stagione. Non bisogna dimenticare gli scontri violenti tra i boss della droga Lalo Salamanca (l’ipnotico Tony Dalton) e Gustavo Fring (il monumentale Giancarlo Esposito) e l’intervento dell’immancabile Mike Ehrmantraut (il risolvi problemi Jonathan Banks) in favore del giovane Nacho Varga (un imprevedibile Michael Mando). Attori all’altezza del ruolo. Interpreti capaci di convincere ed entusiasmare lo spettatore. La tensione emotiva è la chiave di volta di una narrazione governata da una raffinata suspense.

Jimmy e Kim hanno un obiettivo: incastrare Howard. Vogliono fare credere che abbia un problema di cocaina per costringere Clifford Main (il mellifluo Ed Begley Jr.), avvocato socio della Davis & Main, a insabbiare il caso. All’inizio di quest’ultima stagione si assiste a una sorta di paradosso narrativo: Jimmy sembra lontano dal suo alter ego Saul Goodman. D’altro canto, Kim pare assumere sempre più le sembianze di una controllata e diabolica dark lady.

Aggiornato il 20 aprile 2022 alle ore 17:41