Visioni. “Gli anelli del potere”: un racconto plumbeo e retorico

venerdì 23 settembre 2022


Il terzo episodio ha un andamento lento  

Gli anelli del potere diventa cupo. Seppure con un andamento lento. Il prequel del romanzo Il Signore degli anelli viene mostrato in una serie tivù targata Amazon Prime Video e creata da D. Payne e Patrick McKay. La presentazione dei numerosi personaggi nei primi due episodi è lunga, faticosa ed enfatica. Una parte introduttiva dalla messa in scena retorica. Con troppe storie intrecciate che non mantengono l’adeguata temperatura narrativa. Gli anelli del potere è una serie tivù, inevitabilmente corale, che mostra tutto quanto è avvenuto prima degli eventi raccontati nei libri firmati da John Ronald Reuel Tolkien e nei film diretti da Peter Jackson.

Il terzo episodio, intitolato Adar, scritto da Jason Cahill e Justin Doble e diretto da Wayne Che Yip ripete, in parte, l’andamento delle puntate precedenti. La nobile elfa Galadriel (Morfydd Clark) e il naufrago Halbrand (Charlie Vickers) vengono salvati dal capitano di un vascello di passaggio, Elendil (Lloyd Owen). Dopodichè, sono condotti a Númenor, un’isola popolata dai discendenti degli umani che hanno goduto, in passato, dell’amicizia degli elfi. I due ospiti vengono ricevuti dall’ostile regina Míriel (Cynthia Addai-Robinson). Galadriel chiede di salpare per la Terra di Mezzo. Vuole avvertire la sua gente del piano di conquista dell’Oscuro Signore Sauron.

Frattanto, la storia di Elanor “Nori” Brandyfoot (Markella Kavenagh), dei Pelopiedi, continua a mostrarci l’atteggiamento fin troppo riflessivo del gigante buono (Daniel Weyman). Mentre il soldato elfo Arondir (Ismael Cruz Córdova), prigioniero degli orchi nelle Terre del Sud, è schiavizzato e costretto a vivere l’orrore quotidiano. Ecco, infine, stagliarsi la sagoma del fantomatico Adar. Dopo tre episodi fin troppo parlati, si assiste, finalmente, alle sequenze d’azione. Tutte concentrate nella subplot dedicato ad Arondir. Nessun dubbio: lo sforzo produttivo è straordinario. Ma, ancora, una volta, è la scrittura drammaturgica a creare affanni eccessivi allo spettatore. Il terzo episodio de Gli anelli del potere inizia, tardivamente, a mostrare il suo lato cupo e mefitico. Il mondo incantato che abbiamo visto in precedenza, si adombra. Si scurisce. Diventa plumbeo. 

(*) La recensione dei due primi episodi.


di Andrea Di Falco